sabato 15 marzo 2014

La Cgia: dei 10 miliardi di taglio Irpef, quasi 9 saranno spesi in consumi

VENEZIA - Dei 10 miliardi di tagli all'Irpef che a partire dal prossimo mese di maggio "appesantiranno" le buste paga dei lavoratori dipendenti italiani con un reddito inferiore ai 25.000 euro, quasi 9 miliardi, stima la Cgia di Mestre, verranno spesi per fare nuovi acquisti.
La Cgia - in base ai provvedimenti governativi - è giunta a questo risultato analizzando i dati relativi alla propensione media al consumo delle famiglie degli operai e degli impiegati che beneficeranno dei tagli dell'Irpef.
Per la Cgia se le famiglie interessate dalla sforbiciata dell'Irpef manterranno una propensione al consumo media individuata sulla base dell'ultima indagine campionaria che, secondo la Banca d'Italia, è pari all'88,6%, dei 10 miliardi in più che questi italiani riceveranno in busta paga, 8,86 saranno spesi per fare nuovi acquisti, mentre i restanti 1,14 miliardi verranno risparmiati. La Cgia ricorda che i consumi delle famiglie rappresentano la principale componente del Pil italiano.
Nel 2013 i consumi hanno rappresentato il 60% della ricchezza prodotta in Italia (935 miliardi di euro correnti a fronte di un Pil di 1.560 miliardi di euro correnti). Saranno "innanzitutto gli alimentari e le bevande" a far aumentare la spesa. Lo afferma il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi. Sul fronte alimentare per Bortolussi "la spesa per questo settore aumenterà di oltre 2,3 miliardi di euro. Altri 2 miliardi interesseranno i trasporti e quasi 1,3 miliardi gli altri beni e servizi che includono gli acquisti dei prodotti e dei servizi per la cura della persona, i pasti fuori casa e alberghi".
"L'abbigliamento e le calzature registreranno un aumento pari a 670 milioni - rileva Bortolussi - mentre i mobili e gli elettrodomestici per la casa un incremento di 588 milioni di euro". "Dall'inizio della crisi alla fine del 2013 - segnala Bortolussi - i consumi delle famiglie italiane al netto dell'inflazione sono crollati del 7,6%. Ciò vuol dire che la spesa, in valore assoluto, è diminuita di 66,5 miliardi di euro. A subire la contrazione più forte sono stati i beni durevoli: tra il 2007 e il 2013 la contrazione è stata del 28,1%".

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