giovedì 27 marzo 2014

A Chernobyl alberghi "imbalsamati" a quasi 30 anni dalla nube radioattiva

CHERNOBYL - Alberi "fermi" al 26 aprile del 1986 intorno a Chernobyl. Sono passati quasi ventotto anni da quando una nube di materiale radioattivo uscì dal reattore nucleare della città e ricoprì una vasta estensione di territorio. La vegetazione intorno alla centrale si è cristallizzata, non si decompone né altera alla normale velocità. Sebbene morta, appare come imbalsamata. A dirlo è uno studio condotto dalla University of South Carolina e pubblicato su Oecologia.Analizzando la biologia delle aree radioattive, come Chernobyl e Fukushima, i ricercatori hanno scoperto che gli alberi e le piante morte nel sito contaminato dall'esplosione, appaiono "sostanzialmente invariate" anche dopo quasi 30 anni. L'équipe di ricerca ha studiato la "foresta rossa", regione boscosa circostante la centrale, dove gli alberi sono diventati di un colore bruno-rossastro prima di morire. 
Tim Mousseau, tra gli autori della ricerca, ha commentato: "Anche molti anni dopo il disastro i tronchi erano in buona forma. Se un albero fosse morto e caduto nel mio cortile, sarebbe diventato segatura in poco più di dieci anni".
 Il gruppo di ricerca ha raccolto in sacchetti centinaia di campioni di piani forestali non contaminati da radiazioni e li ha poi distribuiti intorno alla zona di Chernobyl aspettando nove mesi. I campioni collocati in zone altamente contaminate hanno mostrato il 40 per cento in meno di decomposizione di altri posizionati in luoghi "sicuri". In particolare, lo studio afferma che il grado di decadimento è proporzionale al grado di contaminazione radioattiva a ciascun sito.

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