VENEZIA - La ripresa economica nel Nordest è iniziata. Lo sostiene la Cgia di Mestre, secondo cui nel Triveneto nel 2014 tornerà a crescere il Pil grazie ai risultati dalle province di Bolzano (+1,7%), di Treviso (+1,6%), di Padova e di Pordenone (entrambe con +1,3%). Le previsioni di crescita per l'anno in corso sono dedotte da dati Istat e Prometeia. Secondo questi studi tuttavia l'aumento del Pil non comporterebbe alcun aumento dell'occupazione.
"Rispetto al 2013, quando tutte le nostre realtà provinciali hanno registrato una crescita negativa - segnala Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - con picchi molto preoccupanti come quelli di Rovigo (-3,8%) e Belluno (-2,9%), quest'anno invece tutte cambieranno segno e si posizioneranno sul quadrante positivo". Se il Nordest chiuderà con un aumento medio del Pil dell'1,1%, nel Veneto l'incremento si attesterà all'1,2% e nel Friuli Venezia Giulia a +0,9%.
La ripresa in atto non riuscirà però a incidere sulla disoccupazione che, secondo alcuni istituti di ricerca, dovrebbe salire ancora. In attesa di poter tradurre in numeri le previsioni per quest'anno, la Cgia ha calcolato l'aumento del tasso di disoccupazione avvenuto dall'inizio della crisi fino al 2013. Le situazioni più critiche sono a Venezia (+5,7), a Padova (+5,5) a Pordenone (+5,1) e a Belluno (+ 5). Ad esclusione di Padova, negli ultimi sette anni la disoccupazione in tutte queste realtà è praticamente triplicata.
Imprese, fiducia al top da tre anni
Arrivano buoni segnali anche sul fronte della fiducia delle imprese, che segna il quinto rialzo consecutivo secondo l'Istat: l'indice tocca quota 89,5, il top da settembre 2011, cioè da due anni e mezzo, nella prima rilevazione successiva all'insediamento del governo Renzi. La spinta arriva dalla manifattura e soprattutto, dai servizi mentre perdono quota costruzioni e commercio.
Rispetto a febbraio la fiducia delle imprese ha guadagnato 1,3 punti, con l'ottimismo delle aziende del manifatturiero salito a 99,2 da 99,1 e quello dei servizi aumentato a 92,4 da 90,3. Al contrario, nelle costruzioni il clima è peggiorato, con l'indice sceso a 75,8 da 76,9, anche se sono migliorate le aspettative sul fronte occupazione. Stesso fenomeno anche nel commercio al dettaglio, passato a 94,6 da 96,3. A pesare sul settore è stata la performance negativa della grande distribuzione.
Guardando nel dettaglio il trend della fiducia nel manifatturiero, rimangono stabili le attese di produzione e migliorano i giudizi sugli ordini. Analizzando l'indagine trimestrale sulle imprese manifatturiere che esportano, nel primo trimestre scende dal 31% al 30% la quota delle aziende intervistate che lamenta la presenza di significativi ostacoli all'export. Tra le destinazioni dei nostri prodotti "aumenta leggermente l'incidenza dei paesi Ue", dicono all'Istat. La Germania, la Francia e la Cina continuano a essere considerate dalle imprese italiane tra i maggiori concorrenti internazionali.
"Rispetto al 2013, quando tutte le nostre realtà provinciali hanno registrato una crescita negativa - segnala Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - con picchi molto preoccupanti come quelli di Rovigo (-3,8%) e Belluno (-2,9%), quest'anno invece tutte cambieranno segno e si posizioneranno sul quadrante positivo". Se il Nordest chiuderà con un aumento medio del Pil dell'1,1%, nel Veneto l'incremento si attesterà all'1,2% e nel Friuli Venezia Giulia a +0,9%.
La ripresa in atto non riuscirà però a incidere sulla disoccupazione che, secondo alcuni istituti di ricerca, dovrebbe salire ancora. In attesa di poter tradurre in numeri le previsioni per quest'anno, la Cgia ha calcolato l'aumento del tasso di disoccupazione avvenuto dall'inizio della crisi fino al 2013. Le situazioni più critiche sono a Venezia (+5,7), a Padova (+5,5) a Pordenone (+5,1) e a Belluno (+ 5). Ad esclusione di Padova, negli ultimi sette anni la disoccupazione in tutte queste realtà è praticamente triplicata.
Imprese, fiducia al top da tre anni
Arrivano buoni segnali anche sul fronte della fiducia delle imprese, che segna il quinto rialzo consecutivo secondo l'Istat: l'indice tocca quota 89,5, il top da settembre 2011, cioè da due anni e mezzo, nella prima rilevazione successiva all'insediamento del governo Renzi. La spinta arriva dalla manifattura e soprattutto, dai servizi mentre perdono quota costruzioni e commercio.
Rispetto a febbraio la fiducia delle imprese ha guadagnato 1,3 punti, con l'ottimismo delle aziende del manifatturiero salito a 99,2 da 99,1 e quello dei servizi aumentato a 92,4 da 90,3. Al contrario, nelle costruzioni il clima è peggiorato, con l'indice sceso a 75,8 da 76,9, anche se sono migliorate le aspettative sul fronte occupazione. Stesso fenomeno anche nel commercio al dettaglio, passato a 94,6 da 96,3. A pesare sul settore è stata la performance negativa della grande distribuzione.
Guardando nel dettaglio il trend della fiducia nel manifatturiero, rimangono stabili le attese di produzione e migliorano i giudizi sugli ordini. Analizzando l'indagine trimestrale sulle imprese manifatturiere che esportano, nel primo trimestre scende dal 31% al 30% la quota delle aziende intervistate che lamenta la presenza di significativi ostacoli all'export. Tra le destinazioni dei nostri prodotti "aumenta leggermente l'incidenza dei paesi Ue", dicono all'Istat. La Germania, la Francia e la Cina continuano a essere considerate dalle imprese italiane tra i maggiori concorrenti internazionali.
Nessun commento:
Posta un commento