SANAA - ROMA - L'italiano funzionario dell' Onu che lavora i l'Undp (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo). rapito ieri pomeriggio in Yemen è stato liberato dalle forze di sicurezza con un blitz qualche ora dopo. Lo ha annunciato il ministero dell'Interno di Sanaa.
"L'italiano è stato liberato con il suo autista yemenita al'uscita di Sanaa da forze dei servizi di sicurezza che hanno arrestato i sequestratori", ha precisato un responsabile del ministero dell'Interno. L'ex ostaggio - ha aggiunto - "è in buona salute". Era stato bloccato mentre viaggiava a bordo della sua auto blindata. il mezzo è stato bloccato da un pick-up e da un taxi e quando i due sono scesi per chiedere spiegazioni sono stati spinti nel taxi e portati via. Ci sono stati momenti di paura - in Yemen le cellule qaediste impazzano - e la Farnesina ha immediatamente attivato tutti i canali per seguire il caso. Ma a risolvere il sequestro ci hanno pensato le forze di sicurezza yemenite che, secondo alcune fonti, hanno liberato l'italiano e arrestato i rapitori all'uscita di Sanaa. Ma la dinamica non è chiara e, secondo altre fonti, le forze di sicurezza hanno fatto irruzione in una casa dove gli ostaggi erano stati portati. Non è chiara se ci sia stato un conflitto a fuoco. Secondo il ministero dell'Interno sarebbe stato liberato anche il suo autista. L'ex ostaggio è "in buona salute" hanno fatto sapere le stesse fonti.
Non ci sono dettagli sui rapitori, che sono stati arrestati, e sulle ragioni del rapimento. In Yemen i rapimenti di stranieri sono frequenti e spesso gli ostaggi occidentali vengono usati come forma di pressione sul governo centrale per soddisfare rivendicazioni di gruppi tribali contrapposti. Ma spesso gli autori sono qaedisti che usano i rapimenti come fonte di finanziamento: nelle loro mani c'è un cittadino sudafricano che minacciano di morte se non verrà pagato un riscatto. Il gruppo detiene anche un diplomatico saudita rapito nel marzo 2012 ad Aden, nel sud del Paese, e un diplomatico iraniano sequestrato il 21 luglio 2013 a Sanaa. La situazione nel paese è estremamente tesa e gli episodi di violenza sono continui.
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