sabato 25 giugno 2016

I ministri degli esteri Ue, tranne la Merkel, hanno fretta che l'Inghilterra se ne vada. Vola la petizione


BERLINO, 25 giugno - Il giorno dopo il sì del popolo britannico all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, i cinque ministri degli esteri dei Paesi fondatori si sono incontrati a Berlino per stabilire le prossime mosse. 
"Quello tra l'Ue e il Regno Unito non sarà un divorzio consensuale - dice Jean-Claude Juncker - ma non è stata neppure una grande storia d'amore". Per Angela Merkel è il governo britannico che deve fornire informazioni su come intende procedere nel processo di uscita dall'Ue. "Le trattative non possono durare in eterno ma tocca alla Gran Bretagna muovere i suoi passi. Immagino - ha detto la Cancelliera - che anche la Gran Bretagna voglia mettere in pratica le decisioni del referendum. Non mi bloccherei sulla questione dei tempi brevi. L'importante è che fino a che l'accordo di uscita non viene definito, la Gran Bretagna resta membro a pieno titolo dell'Ue con tutti i diritti e i doveri. Di questo ho parlato con il premier David Cameron". La Merkel ha detto che l'Unione europea "non ha bisogno di essere particolarmente dura in alcun modo" nei negoziati con la Gran Bretagna circa la sua uscita dal blocco. E ha aggiunto che non era a favore di spingere per un rapido ritiro.
Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier,  ha dichiarato con che "nessuno ci ruberà la nostra Europa. Il lavoro e la crescita - ha proseguito - sono due tra le prncipali risposte che l'Europa dovrà dare per evitare una grande crisi dopo la Brexit . Il processo per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue - ha sottolineato - deve essere avviato il più presto possibile, per poterci poi concentrare sul futuro dell'Europa".
"I negoziati per la Brexit con la Gran Bretagna - ha detto il ministro degli esteri francese Jean-Marc Ayrault - devono iniziare immediatamente".
Per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni "una delle risposte che gli europei aspettano per dare una prospettiva al futuro dell'Europa riguarda la capacità di avere politiche comuni sull'immigrazione. L'Italia si aspetta che nel Consiglio Ue della prossima settimana di prendano decisioni rivelanti".
Intanto la petizione per chiedere un nuovo referendum sulla Brexit ha superato il milione e mezzo di firme. Lo si legge sul sito del governo britannico dove sono pubblicate tutte le petizioni che poi vengono sottoposte alla commissione incaricata di valutarle per eventualmente sottoporle al parlamento.  Sul sito petition.parliament.uk le firme aumentano di minuto in minuto. Per dare la propria adesione alla proposta basta cliccare su 'sign the petition' e compilare tutti i campi. Naturalmente possono firmare solo i cittadini britannici e i residenti nel Regno Unito. Secondo la mappa pubblicata sul sito, la più alta concentrazione si trova nelle principali città della Gran Bretagna, Londra in testa

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