martedì 22 settembre 2015

INTERNI/ GRASSO al Senato: le regole comuni vanno maneggiate con cura

ROMA, 22 settembre - Le regole comuni vanno "maneggiate con cura". E' il monito del presidente del Senato Pietro Grasso sulle riforme in discussione in Aula a Palazzo Madama e sulle quali ieri si è tenuta una riunione della direzione del Pd con Matteo Renzi che ha chiamato in causa la seconda carica dello Stato sul tema dell'articolo 2. Grasso ha anche stretto i tempi per gli interventi in Aula nel dibattito mentre la sinistra Dem si è riunita e ha scelto al momento di mantenere i propri emendamenti al provvedimento pur approvando l'apertura di ieri di Renzi sul 'lodo Tatarella'. 
 Aprendo la seduta il presidente Pietro Grasso, in considerazione del gran numero di richieste di intervento (110 in tutto) aveva ridotto a dieci minuti il tempo a disposizione per ciascun oratore, scatenando le proteste delle opposizioni, che hanno parlato di "tagliola".
 La maggioranza è al lavoro, a quanto si apprende da ambienti parlamentari, sulla stesura di alcuni emendamenti al ddl Boschi che intervengano non solo sull'indicazione dei futuri senatori, al comma 5 dell'art.2, ma anche sulle funzioni del futuro Senato delle Autonomie. Gli emendamenti saranno presentati entro domani alle 9. Nella stesura degli emendamenti sono impegnate, in prima battuta, il presidente della I commissione Anna Finocchiaro, il ministro Maria Elena Boschi ed il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda. Per definire i pochi punti su cui intervenire si è svolto a Palazzo Madama una riunione tra i capigruppo di maggioranza. La maggioranza ed il governo hanno quindi deciso di presentare gli emendamenti alla riforma entro la scadenza del termine degli emendamenti, domani mattina alle 9, e non di aspettare la decisione del presidente del Senato Pietro Grasso.
"Se Maria Antonietta voleva distribuire delle brioches al popolo che chiedeva pane, il Governo al popolo vuole dare riforme che, a differenza delle brioches, sfamano solo la fame di potere del Pd e del suo conducator". Così Beppe Grillo sul suo blog dove aggiunge: le riforme "servono a concentrare il controllo del Paese nelle mani di un ragazzotto senza arte né parte se non quella di aver fatto politica dai tempi di De Mita".

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