domenica 2 agosto 2015

Esteri/ CENTRAFICA, attacco ai caschi blu, un morto



BANGUI, 2 agosto - Un militare appartenente alle forze di peacekeeping dell'Onu è stato ucciso e altri 8 sono rimasti feriti in un attacco da parte di uomini armati nella Repubblica centrafricana in un quartiere nord a maggioranza musulmana della capitale Bangui. Lo riferisce un portavoce del Palazzo di Vetro spiegando che l'attentato è avvenuto durante una ricognizione dei caschi blu, che stavano effettuando un mandato di cattura emesso dalla procura.
Amnesty International ha denunciato che la popolazione di religione musulmana rimasta o rientrata nella regione occidentale del paese è costretta a rinunciare a professare la sua fede in pubblico e a convertirsi per evitare la morte. Responsabili di questa persecuzione religiosa sono le milizie anti-balaka, la coalizione armata di fede cristiana che ha già commesso crimini gravissimi. Dopo aver costretto decine di migliaia di civili di religione musulmana a lasciare il paese, le milizie anti-balaka stanno ora perseguitando i pochi rimasti e i molti rientrati in un’area dove la forza di pace delle Nazioni Unite è praticamente assente. Tutto questo i ricercatori di Amnesty International lo hanno verificato di persona, a maggio, in una missione in 12 città e villaggi della Repubblica Centrafricana nei quali la popolazione musulmana è priva di protezione, e in altre città nelle quali i musulmani vivono in enclavi protette. Decine di migliaia di altri sono ancora rifugiati nei paesi confinanti e altri si trovano nella regione nordorientale controllata dagli ex ribelli Seleka. Nei 12 centri non protetti dalle Nazioni Unite, i musulmani non possono pregare in pubblico né indossare gli abiti religiosi tradizionali. La ricostruzione delle moschee (oltre 400 quelle distrutte in tutto il paese) è vietata.
La Repubblica Centrafricana ha fatto passi avanti per uscire dalla crisi in cui era piombata nel 2013. Si è anche dotata di un tribunale speciale che dovrebbe giudicare i responsabili dei crimini di guerra e contro l’umanità, senza immunità di sorta. Ma fino a quando le tensioni religiose proseguiranno e il ritorno dei profughi a una vita normale sarà ostacolato, il dopoguerra rischia di durare a lungo. E in questo quadro di tensione si inserisce anche l'attentato di oggi ai caschi blu

Nessun commento:

Posta un commento