WASHINGTON, 30 novembre - Donald Trump lascerà 'totalmente' tutte le sue aziende ed attività economiche per dedicarsi a tempo pieno a fare il presidente degli Stati Uniti e "rendere l'America di nuovo grande. Non sarei tenuto". Lo ha scritto su Twitter il presidente eletto spiegando di voler evitare qualsiasi forma di conflitto di interessi.
"Il 15 dicembre terrò una conferenza stampa a New York con i miei figli - scrive Trump in una serie di tweet - per parlare di come lascerò completamente le mie grandi aziende per dedicarmi totalmente al governo del Paese così da rendere l'America di nuovo grande! Anche se non sono tenuto a farlo per legge, ritengo che sia visivamente importante non avere conflitti di interesse con i miei diversi affari. Perciò stiamo preparando i documenti legali per escludermi completamente dalla gestione degli affari. La Presidenza è un compito molto più importante!".
L'impero di Donald Trump comprende 144 società individuali con affari in almeno 25 Paesi tra Nord America, Sud America, Europa, Asia e Africa. Lo riferisce la Cnn dopo aver analizzato le sue dichiarazioni finanziarie. Una rete forse incompleta, dato che il presidente eletto si rifiuta di svelare la sua dichiarazione dei redditi, ma che conferma l'esistenza di un possibile vasto conflitto di interessi.
Intanto Steven Mnuchin, direttore finanziario della campagna elettorale di Donald Trump, ex partner di Goldman Sachs, produttore cinematografico, ha confermato di essere stato scelto per guidare il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.
In un'intervista alla Cnbc, lo stesso Mnuchin ha quindi annunciato che la sua priorità numero uno sarà un taglio massiccio e generalizzato delle tasse sulle imprese americane per stimolare la crescita economica e creare posti di lavoro. Il futuro segretario al Tesoro ha indicato l'obiettivo di una riduzione dell'aliquota dal 30% al 15%. In linea con le promesse fatte da Donald Trump in campagna elettorale.
"Sara' la più grande rivoluzione fiscale dai tempi di Ronald Reagan, ha aggiunto Mnuchin secondo il quale "tagliando le tasse delle imprese creeremo un'enorme crescita economica", con il Pil che dall'attuale 3,2% arriverà ben presto al 4%.
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