ORLANDO, 13 giugno - Manifestazioni di sostegno alle vittime della strage di Orlando, in Florida, sono state compiute in tutto il Paese: una veglia segnata da momenti di grande commozione ha avuto luogo dopo il massacro compiuto nel club gay Pulse. A sparare, uccidendo 50 persone e ferendone 53, è stato Omar Mateen, 29 anni, cittadino americano di origini afghane. Su di lui l'Fbi indagò due volte per terrorismo.
Nella serata di ieri era arrivata la rivendicazione dello Stato Islamico attraverso l'Amaq, l'agenzia di stampa del Califfato, riferisce il Site: il killer della strage di Orlando "era un combattente dell'Isis". Nel testo della rivendicazione riportato dalla direttrice del Site Rita Katz in un tweet si legge che una fonte ha detto all'agenzia Amaq: "L'attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato islamico". Dieci delle sue vittime sono state finora denominata: Edward Sotomayor Jr, Stanley Almodovar III, Luis Omar Ocasio-, Juan Ramon Guerrero, Eric Ivan Ortiz-Rivera, Peter O Gonzalez-Cruz, Luis S Vielma, Kimberly Morris, Eddie Jamoldroy e Darryl Burt II.
Tutte le piste vengono seguite. Mentre si cerca di ricostruire quei terribili minuti che hanno sconvolto la vita delle centinaia di persone che sabato sera affollavano il Pulse, il locale gay più famoso della Florida dove era in corso una serata di musica latinoamericana. Omar è entrato e ha cominciato a sparare all'impazzata. I testimoni raccontano di scene di terrore con la gente che urlava e il fuggi fuggi generale. Il killer impugnava un fucile d'assalto e una pistola, e portava con sé un ordigno. Un secondo congegno esplosivo sarebbe stato ritrovato nell'auto dell'uomo.
La sparatoria, iniziata all'interno del locale, sarebbe poi continuata fuori, quando una guardia che lavorava nel club ha tentato di affrontare l'aggressore. Quest'ultimo si è ritirato nel retro e ha ripreso a sparare prendendo degli ostaggi. La polizia ha quindi deciso di intervenire ricorrendo a delle "esplosioni controllate" per farsi largo. Almeno nove agenti hanno preso parte all'operazione che è terminata con la morte del killer. Uno degli agenti è rimasto leggermente ferito, mentre un altro si e' salvato da un proiettile alla testa grazie all'elmetto.
Los Angeles, fermato mentre andava al gay pride con un arsenale in auto - In serata, a sostegno della pista dell'omofobia, è arrivata un'altra notizia da Los Angeles, dove un uomo armato fino ai denti con fucili stile militare ed esplosivi è stato arrestato a Santa Monica, mentre era diretto al Gay Pride. Per gli investigatori non ci sarebbe alcun legame con la strage di Orlando. Ma domenica è tutta la comunità Lgbt americana a piangere, come dopo la strage di Charleston fu quella afroamericana. E che si tratti di terrorismo islamico o di puro e semplice odio per chi viene ritenuto diverso, non c'è dubbio che oggi l'America si è svegliata più debole e vulnerabile che mai.
Fucile dello stesso tipo di stragi San Bernardino e Newtown - Il fucile d'assalto AR-15 usato da Omar Mateen per compiere il massacro nel gay club di Orlando è dello stesso tipo di quelli usati dal killer Adam Lanza, autore della strage alla scuola elementare Sandy Hook di Newtown con 26 morti, e dai terroristi dell'attentato a San Bernardino, in California, dove morirono 14 persone. Lo ha detto il capo della Polizia di Orlando, John Mina.
La sparatoria, iniziata all'interno del locale, sarebbe poi continuata fuori, quando una guardia che lavorava nel club ha tentato di affrontare l'aggressore. Quest'ultimo si è ritirato nel retro e ha ripreso a sparare prendendo degli ostaggi. La polizia ha quindi deciso di intervenire ricorrendo a delle "esplosioni controllate" per farsi largo. Almeno nove agenti hanno preso parte all'operazione che è terminata con la morte del killer. Uno degli agenti è rimasto leggermente ferito, mentre un altro si e' salvato da un proiettile alla testa grazie all'elmetto.
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