giovedì 30 ottobre 2014

ISTAT, il 28,4% degli italiani a rischio povertà o esclusione sociale


ROMA - Il 28,4% delle persone residenti in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale. Lo rende noto l'Istat pubblicando i risultati dell'indagine su reddito e condizioni di vita condotta nel 2013. Rispetto all'anno precedente, l'indicatore diminuisce di 1,5 punti percentuali. I valori più elevati si registrano tra le persone residenti al Sud: per l'Istituto di statistica, è a rischio il 46,2% della popolazione, in calo del 3,7% rispetto al 2012.
Il rischio povertà è alto anche tra i componenti di famiglie numerose (39,8%), con tre o più figli (43,7%), soprattutto se minori (45,4%) o con un solo reddito (46,1%). Rischio che invece diminuisce tra gli anziani soli, (dal 38,0% al 32,2%), i monogenitori (dal 41,7% al 38,3%), le coppie con un figlio (dal 24,3% al 21,7%), tra le famiglie con un minore (dal 29,1% al 26,8%) o con un anziano (dal 32.3% al 28,9%).
Come sottolinea l'Istat, resta stabile la quota di persone in famiglie a rischio di povertà (19,1%) e in leggero aumento quella di chi vive in famiglie a bassa intensità lavorativa (dal 10,3% all'11,0%). L'indagine dell'Istat è stata condotta su 18.487 famiglie (44.622 individui), rilevando i redditi netti familiari e numerosi indicatori delle condizioni economiche delle famiglie.

Per metà delle famiglie reddito netto non più di 24.215 euro 
La metà delle famiglie residenti in Italia, sottolinea poi l'Istat, ha percepito nel 2012 un reddito netto non superiore a 24.215 euro l'anno (circa 2.017 al mese). Nel Sud e nelle Isole il 50% delle famiglie guadagna meno di 19.955 euro (circa 1.663 euro mensili). Il reddito mediano delle famiglie che vivono nel Mezzogiorno è pari al 74% di quello delle famiglie residenti al Nord, per il Centro il valore sale al 96%. Il 20% più ricco delle famiglie percepisce il 37,7% del reddito totale, al 20% più povero spetta il 7,9%.

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