KATHMANDU - Quindici persone sono morte e oltre 50 sono rimaste ferite in Nepal quando un bus è precipitato per 150 metri in una scarpata a Belkot, nell'area centrale del Paese. Tra i feriti ci sono anche due ragazze italiane, Chiara Mastrofini e Marta Lanzi. Tra i morti, una è di nazionalità israeliana, mentre tra i feriti non gravi, oltre alle due giovani italiane, ci sono un francese, uno spagnolo e un israeliano. Le autorità diplomatiche del Nepal a New Delhi e Kolkata (la vecchia Calcutta) si sono attivate immediatamente per verificare le condizioni di salute delle due ragazze italiane, che sono ricoverate in due ospedali della capitale. Chiara Mastrofini ha riportato contusioni in tutto il corpo e una ferita alla testa, mentre Marta Lanzi ha una frattura a un braccio.
Chiara, figlia del giornalista Enrico Mastrofini, era partita dall'Italia il 5 luglio con Marta per trascorrere cinque mesi in un progetto del Servizio volontario europeo (Sve) di Milano a sostegno dei bambini orfani di Kathmandu. Si tratta, secondo il piano di lavoro dello stesso Sve, della Moonlight Children's Home che assicura una casa ai bambini abbandonati nella capitale nepalese, per garantire loro un corretto sviluppo e una vita normale.
Al momento dell'incidente Chiara e Marta stavano andando nel Nepal centrale per i festeggiamenti che durano cinque giorni del Festival hindu di Tihar, in cui si celebra il trionfo delle luci, e che è seguito da migliaia di persone provenienti da tutto il Paese e dall'estero.
Subito dopo l'incidente, Marta era riuscita a mettersi in contatto con il padre Stefano, mentre in serata Chiara ha parlato con una responsabile dello Sve che ha poi riferito le sue condizioni di salute al padre. Per quanto riguarda le cause dell'incidente, il commissario distrettuale della polizia nepalese, Koshhari Niraula, ha dichiarato che sono da attribuirsi "al cattivo stato della strada che porta da Kathmandu a Rasuwa". All'inizio di ottobre, in un altro disastro che ha coinvolto un autobus nel Nepal occidentale, almeno 30 persone hanno perso la vita in un'area rurale del distretto di Doti.
Al momento dell'incidente Chiara e Marta stavano andando nel Nepal centrale per i festeggiamenti che durano cinque giorni del Festival hindu di Tihar, in cui si celebra il trionfo delle luci, e che è seguito da migliaia di persone provenienti da tutto il Paese e dall'estero.
Subito dopo l'incidente, Marta era riuscita a mettersi in contatto con il padre Stefano, mentre in serata Chiara ha parlato con una responsabile dello Sve che ha poi riferito le sue condizioni di salute al padre. Per quanto riguarda le cause dell'incidente, il commissario distrettuale della polizia nepalese, Koshhari Niraula, ha dichiarato che sono da attribuirsi "al cattivo stato della strada che porta da Kathmandu a Rasuwa". All'inizio di ottobre, in un altro disastro che ha coinvolto un autobus nel Nepal occidentale, almeno 30 persone hanno perso la vita in un'area rurale del distretto di Doti.
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