NEW YORK - Il cambiamento climatico in atto in Africa rende sempre più intense le perturbazioni che si formano sopra la parte settentrionale del continente e che alimentano l'80% degli cicloni tropicali più intensi. Lo sostengono i ricercatori dell'università di Stanford, secondo cui l'aumento delle temperature nel Sahara influenzerà sempre di più gli uragani atlantici che si abbattono sul Nord America. Le perturbazioni, le 'onde orientali africane', si formano nella stagione estiva e viaggiano da est a ovest. Sono responsabili delle piogge in alcune zone aride dell'Africa del Nord e trasportano la polvere del Sahara attraverso l'oceano.
Ma non solo: ''Hanno un ruolo anche nel clima dell'Atlantico, Stati Uniti compresi'', spiega l'autore dello studio, Noah Diffenbaugh. Gli esperti hanno simulato le variazioni del clima nel caso in cui la concentrazione di biossido di carbonio raddoppiasse rispetto ai livelli attuali, una condizione che potrebbe verificarsi entro la fine del secolo se le emissioni di gas a effetto serra non saranno ridotte. In questo scenario aumenterà la differenza di temperatura tra il Sahara e le coste della Guinea, ''fornendo maggiore energia alle onde orientali''.
''Onde più forti potrebbero influenzare gli uragani atlantici'', osserva Diffenbaugh. ''Le onde non diventano uragani, ma creano un ambiente protetto in cui si possono sviluppare piogge significative e un movimento verticale del vento''. In pratica ''sono il seme degli uragani''.
Ma non solo: ''Hanno un ruolo anche nel clima dell'Atlantico, Stati Uniti compresi'', spiega l'autore dello studio, Noah Diffenbaugh. Gli esperti hanno simulato le variazioni del clima nel caso in cui la concentrazione di biossido di carbonio raddoppiasse rispetto ai livelli attuali, una condizione che potrebbe verificarsi entro la fine del secolo se le emissioni di gas a effetto serra non saranno ridotte. In questo scenario aumenterà la differenza di temperatura tra il Sahara e le coste della Guinea, ''fornendo maggiore energia alle onde orientali''.
''Onde più forti potrebbero influenzare gli uragani atlantici'', osserva Diffenbaugh. ''Le onde non diventano uragani, ma creano un ambiente protetto in cui si possono sviluppare piogge significative e un movimento verticale del vento''. In pratica ''sono il seme degli uragani''.
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