ROMA - Virus di mezza stagione, con febbricola, mal di testa e naso in fiamme. Ma anche umore nero, ansia e irascibilità. Sono gli effetti sulla salute della primavera pazza, con una continua altalena tra freddo e caldo, sole e pioggia, che incombe anche su questo atteso weekend lungo. Un’incertezza che, spiegano gli esperti, minaccia il respiro e rischia anche di ‘dare alla testa’. Conclusa la fase dell’influenza vera e propria, e le classiche ‘code’ di fine stagione, quest’anno “il fastidio” continua.
Questa settimana - stima per l’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano - sono circa 20-30 mila gli italiani colpiti da forme virali similinfluenzali, non pesanti ma fastidiose, anche perché cominciano a mescolarsi con i problemi allergici.
E per gli allergici ‘new entry’, quelli che ancora non sanno di avere sviluppato un’ipersensibilità, la possibile sovrapposizione con forme respiratorie virali complica la diagnosi. Naso chiuso e che cola, mal di testa, qualche linea di febbre sono i sintomi più diffusi. Trasversali nella popolazione, a colpire sia adulti che bambini”, precisa lo specialista.
Quanto il meteo fa le bizze, però, ne risente anche la psiche, ricorda Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano e past president della Società italiana di psichiatria. “Stanchezza diffusa, problemi di concentrazione, umore nero, ansia e irritabilità”, elenca, sono i tipici campanelli d’allarme del ‘mal di primavera’, una sindrome che può colpire “circa 2 milioni di italiani. Persone che, in generale, risentono dei cambi di stagione”. E che meno delle altre gradiscono questo passaggio improvviso dall’estate anticipata a temperature autunnali.”I disturbi di stagione - evidenzia lo psichiatra - sono legati alla modificazione della quantità di luce, che induce cambiamenti a livello cerebrale”. Com’è noto, “i passaggi più ‘pesanti’ da superare sono quelli dall’autunno all’inverno e dall’inverno alla primavera”. Ma anche nel pieno di una stagione già sbocciata, come in questo ‘ponte’ tra maggio e giugno, i più sensibili possono sperimentare fastidi più normali fra marzo e aprile. “Si tratta di disturbi affettivi che, in realtà, ci mostrano come siamo in collegamento con i ritmi della natura più di quanto non crediamo”, sottolinea Mencacci. E quando il cielo non sa che colore prendere, a patire di più è “quel 10% della popolazione afflitto da disturbi dell’umore, circa 5-6 milioni di persone - conclude l’esperto - di cui il 40% soffre in modo particolare proprio i ‘passaggi’ stagionali, con manifestazioni che vengono considerate un peggioramento”.
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