lunedì 3 marzo 2014

Mercato dell'auto in ripresa, a febbraio +8,59%

ROMA - Accelera il mercato italiano dell'auto. A febbraio, secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono state immatricolate 118.328 vetture, con una crescita dell'8,59% rispetto allo stesso mese del 2013. Nei due mesi le immatricolazioni sono state 236.500 auto, il 6,02% in più dello stesso periodo 2013. La quota maggiore del mercato è detenuta dal gruppo Fiat con il 28,15%, seguito - secondo i dati Unrae, l'associazione delle case automobilistiche straniere - dal gruppo Volkswagen che passa dal 13,86 al 14,08%. A seguire Psa, Renault, General Motors, Hyunday, Toyota, Daimler, Bmw e Nissan. Nella top ten dei modelli del mercato italiano i primi cinque posti sono del gruppo Fiat (Panda, Punto, Ypsilon, 500 e 500L) seguiti da Golf e Polo della Volkswagen, dalla Citroen C3, dalla Renault Clio e dalla Ford Fiesta.
Il gruppo Fiat ha immatricolato a febbraio 33.215 vetture, con una crescita del 7,3% rispetto allo stesso mese 2013. Nei primi due mesi del 2014 le immatricolazioni sono state 66.582, il 2,19% in più dello stesso periodo dell'anno scorso. E il gruppo mantiene sostanzialmente stabile la quota a febbraio sul mercato italiano dell'auto, pari al 28,07% rispetto al 28,41% (-0,34%). Nei due mesi registra però un calo dell'1,06% dal 29,21 al 28,15%.
Ripresa? No, solo un rimbalzo tecnico. E' pessimista il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che avverte: "Non chiamatela ripresa, sarebbe quanto mai inopportuno". Secondo l'associazione dei concessionari italiani "il dato di febbraio è influenzato dal confronto con il pessimo risultato dello scorso anno che aveva fatto segnare un -17% rispetto allo stesso mese del 2012. In ogni caso, ammesso e non concesso che il 2014 mantenga fino a dicembre un incremento dell'8%, chiuderemmo l'anno con 1.400.000 immatricolazioni e da 1.300.000 immatricolazioni del 2013 a 1.400.000 ipotizzabili per il 2014 non cambierebbe nulla. Sono numeri di totale depressione, asfittici e che ci relegano a una posizione che non ci appartiene".

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