venerdì 7 aprile 2017

CELIACHIA, forse è colpa anche di un VIRUS


La celiachia è una delle malattie autoimmuni più diffuse negli ultimi anni, che colpisce solo in Italia quasi 200mila persone: secondo un nuovo studio alla base della sua insorgenza potrebbe celarsi un virus. È questo il risultato evidenziato da una ricerca pubblicata sulla rivista Science, condotta da alcuni ricercatori dell'Università di Chicago e dalla School of Medicine dell'Università di Pittsburgh. La scoperta getterebbe le basi per un vaccino preventivo da somministrare a bambini ad alto rischio di celiachia.

Il ruolo dei Reovirus nell'intolleranza al glutine - La celiachia, ovvero l'intolleranza al glutine che è la proteina del grano, è una malattia autoimmune: in sostanza le difese immunitarie del paziente, impropriamente allertate dal glutine, danneggiano le pareti dell'intestino. Secondo quanto emerge dall'ultima relazione sulla celiachia consegnata dal Ministero della Salute al Parlamento, nel nostro Paese i celiaci sono aumentati di oltre il 15% in soli due anni, dal 2012 al 2014: metà di loro vive nel Nord Italia. I risultati dello studio – al quale ha contribuito anche l'italiana Valentina Discepolo dell'Università di Chicago e della Federico II di Napoli – potrebbero fornire nuove prospettive sulla prevenzione della malattia. Durante la loro sperimentazione, il team di ricerca ha analizzato il ruolo dei "reovirus", una comune famiglia di batteri che infetta quasi tutti gli esseri umani già in età prescolare, ma che raramente è in grado di causare una patologia. Il lavoro dei ricercatori è stato di testare due ceppi di reovirus sui topi: il risultato è che solo uno dei due è in grado di ridurre la tolleranza al glutine e quindi scatenare lo sviluppo della celiachia.

Un vaccino contro l'insorgenza della celiachia - Una volta identificato il ceppo responsabile, i ricercatori hanno osservato che i pazienti celiaci presentavano nel sangue una quantità eccessiva di anticorpi specifici contro i reovirus. Inoltre gli stessi individui manifestavano dosi eccessive di una molecola denominata “IRF1”, una delle cause di perdita di tolleranza al glutine nella bocca. La combinazione di questi dati, secondo quanto ha dichiarato all'Ansa Terence Dermody, uno degli autori dello studio, suggerisce che "in bambini ad alto rischio di celiachia (con familiari malati) l'infezione da reovirus al momento dell'introduzione del glutine nella dieta (durante lo svezzamento) potrebbe scatenare una reazione immunologica al glutine culminando nella malattia". Per questo, secondo i ricercatori, sarebbe possibile intervenire in modo preventivo attraverso l'azione di un vaccino specifico.

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