martedì 4 aprile 2017

ALITALIA, domani sciopero. Poi trattative ad oltranza


ROMA, 4 aprile - Corsa contro il tempo per il salvataggio di Alitalia . Dopo la prima fase del confronto tra azienda e sindacati sul nuovo piano industriale che ha confermato tutte le distanze tra le parti e che non è riuscita, quindi, a scongiurare lo sciopero di 24 ore dei lavoratori della compagnia per domani, si prospettano ora settimane di fuoco per tentare di arrivare a un accordo.
I tempi sono serrati: il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha annunciato l'avvio di una trattativa ad oltranza a partire dal 6 aprile fissando la deadline del 13 per tagliare il traguardo dell'intesa. Una scadenza cruciale, quello del 13 aprile, perché dal 14 aprile dovrebbe partire la manovra finanziaria che complessivamente si attesta a 1,9 miliardi, per dare ossigeno alla cassa della compagnia la cui liquidità è ormai agli sgoccioli.
In questa cifra, rientrano anche i 400 milioni del contingent equity, una sorta di 'cuscinetto' da utilizzare nel caso in cui il piano industriale non dovesse raggiungere i target previsti. Duecento milioni verrebbero versati da Etihad e gli altri 200 dalle banche azioniste, a fronte, e questo è uno dei tanti nodi sul tavolo, di una garanzia dello Stato da parte di Cassa Depositi e Prestiti.
Senza questa iniezione di risorse, lo spettro rimane quello del commissariamento. Il caso Alitalia è ormai sul tavolo del Governo da quando a inizio gennaio i ministri interessati, oltre a Calenda anche il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio e del Lavoro Giuliano Poletti, hanno chiesto alla compagnia un piano dettagliato e condiviso. Ma venerdì scorso il dossier è approdato a Palazzo Chigi ed è stato al centro di un vertice convocato dal Premier Paolo Gentiloni con i vertici della compagnia, il presidente designato Luigi Gubitosi e quello uscente Luca Cordero di Montezemolo, e gli azionisti. Una riunione nella quale è stata confermata la volontà dei soci italiani di sostenere il rilancio della compagnia.
Ma la strada stretta rimane sempre quella dell'accordo con i sindacati. Dopo due settimane di confronto al Mise, alla presenza del governo, non è stato compiuto alcun passo avanti e, come sostengono i sindacati, la trattativa vera e propria non è neanche partita. Fermo rimane il no delle organizzazioni di categoria dei trasporti a un piano di tagli, con 2.037 esuberi e sforbiciate alle retribuzioni, che, dicono, non assicura una vera prospettiva di rilancio alla compagnia. Inevitabile, dunque, lo stop di mercoledì prossimo dei dipendenti di Alitalia.
"Lo sciopero di 24 ore, fatte salve le fasce di garanzia, di mercoledì 5 aprile resta confermato ed ha l'obiettivo, alla ripresa del confronto del 6 aprile in continuità sino al 13 aprile, di modificare l'attuale posizione di dei suoi azionisti", dichiara il segretario nazionale della Filt-Cgil Nino Cortorillo. "Il tempo a disposizione - avverte - si sta consumando anche a causa degli errori degli azionisti e dei lunghi tempi di decisione presi e, se davvero non si vuole andare verso un epilogo drammatico, serve che Alitalia divenga realista e non chieda al sindacato ed ai lavoratori un consenso che è su queste proposte impossibile".

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