ROMA - Che le prenotazioni dei soggiorni nelle strutture ricettive stiano avvenendo sempre più a ridosso delle partenze è un trend di cui tutti gli attori del turismo parlano, ma che trova concreta dimostrazione nell’analisi dei dati disponibili. Una evidenza tangibile - riferisce Impresa Turismo - si trova nel confronto tra i dati di prenotazione e di occupazione delle camere rilevati nel tempo con lo studio congiunturale “Le performance di vendita delle imprese del ricettivo” condotto nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale del Turismo- dati Unioncamere, nell’ultimo decennio dal 2003 al 2013.
Dal confronto emerge come si rilevi oggi uno scarto maggiore tra le prenotazioni e l’occupazione effettiva non solo in bassa stagione (quando la prenotazione è meno necessaria) ma anche in altissima stagione.
Infatti, focalizzando sui mesi estivi di luglio e agosto, quando praticamente tutte le imprese ricettive italiane sono in attività, e le dinamiche di destagionalizzazione incidono meno sui risultati di occupazione si è passati comunque da una differenza tra camere prenotate e camere occupate nel mese di luglio che sale dal 17% del 2003 al 22% nel 2013 e nel mese di agosto (quando la saturazione delle disponibilità è più rapida e occorre pertanto prenotare con più anticipo) dal 28% al 31%.
Ciò significa che i cambiamenti nei comportamenti della domanda hanno accorciato il portafoglio prenotazioni anche nei mesi clue del turismo, con una differenza del 5% a luglio e del 3% ad agosto.
Se si considerano mesi di minore occupazione quando è “meno” necessario prenotare con anticipo questa tendenza è ancora più evidente: a maggio 2003 lo scarto tra camere prenotate e l’occupazione finale era del 5% mentre nel 2013 è stata del 17%; ad ottobre 2003 era del 7% nel 2012 è stata del 13%.
L’evidenza di un meccanismo di prenotazione sempre più a ridosso dei soggiorni conferma la difficoltà lamentata dalle imprese nella pianificazione dei servizi offerti, una difficoltà che l’evoluzione dei sistemi telematici di prenotazione ha contribuito ad acuire. Infatti, chi prenota sul web (il 42,3% della clientela da gennaio a settembre 2013) lo fa ancora più tardi di chi utilizza altri canali, il 45,5% appena 15 giorni prima (37,6% in agenzia).
Non stupisce allora che anche per l'autunno il livello di camere prenotate nelle strutture ricettive italiane sia molto basso, in particolare nel comparto complementare dove in media risultano prenotate l’11,8% delle camere ad ottobre, il 4,6% a novembre, il 2,5% a dicembre. Anche gli hotel però soffrono di un ritardo che porta al 19,4% di camere prenotate per ottobre, al 10,7% per novembre, all’8,4% per dicembre. Tra gli alberghi quelli di alta categoria mantengono comunque i tassi di prenotazione più alti (nei 5 stelle 35,4% ad ottobre, 23,6% a novembre, 21,5% a dicembre), mentre nel comparto extralberghiero si distingue l’andamento dei campeggi per le prenotazioni di ottobre (12,8%).
Prenotazioni quindi sempre più a ridosso in tutte le categorie ed in tutte le tipologie di prodotto, con un lieve vantaggio delle città di interesse storico artistico dove nel mese di ottobre si registra il 24,5% di camere prenotate.
Dal confronto emerge come si rilevi oggi uno scarto maggiore tra le prenotazioni e l’occupazione effettiva non solo in bassa stagione (quando la prenotazione è meno necessaria) ma anche in altissima stagione.
Infatti, focalizzando sui mesi estivi di luglio e agosto, quando praticamente tutte le imprese ricettive italiane sono in attività, e le dinamiche di destagionalizzazione incidono meno sui risultati di occupazione si è passati comunque da una differenza tra camere prenotate e camere occupate nel mese di luglio che sale dal 17% del 2003 al 22% nel 2013 e nel mese di agosto (quando la saturazione delle disponibilità è più rapida e occorre pertanto prenotare con più anticipo) dal 28% al 31%.
Ciò significa che i cambiamenti nei comportamenti della domanda hanno accorciato il portafoglio prenotazioni anche nei mesi clue del turismo, con una differenza del 5% a luglio e del 3% ad agosto.
Se si considerano mesi di minore occupazione quando è “meno” necessario prenotare con anticipo questa tendenza è ancora più evidente: a maggio 2003 lo scarto tra camere prenotate e l’occupazione finale era del 5% mentre nel 2013 è stata del 17%; ad ottobre 2003 era del 7% nel 2012 è stata del 13%.
L’evidenza di un meccanismo di prenotazione sempre più a ridosso dei soggiorni conferma la difficoltà lamentata dalle imprese nella pianificazione dei servizi offerti, una difficoltà che l’evoluzione dei sistemi telematici di prenotazione ha contribuito ad acuire. Infatti, chi prenota sul web (il 42,3% della clientela da gennaio a settembre 2013) lo fa ancora più tardi di chi utilizza altri canali, il 45,5% appena 15 giorni prima (37,6% in agenzia).
Non stupisce allora che anche per l'autunno il livello di camere prenotate nelle strutture ricettive italiane sia molto basso, in particolare nel comparto complementare dove in media risultano prenotate l’11,8% delle camere ad ottobre, il 4,6% a novembre, il 2,5% a dicembre. Anche gli hotel però soffrono di un ritardo che porta al 19,4% di camere prenotate per ottobre, al 10,7% per novembre, all’8,4% per dicembre. Tra gli alberghi quelli di alta categoria mantengono comunque i tassi di prenotazione più alti (nei 5 stelle 35,4% ad ottobre, 23,6% a novembre, 21,5% a dicembre), mentre nel comparto extralberghiero si distingue l’andamento dei campeggi per le prenotazioni di ottobre (12,8%).
Prenotazioni quindi sempre più a ridosso in tutte le categorie ed in tutte le tipologie di prodotto, con un lieve vantaggio delle città di interesse storico artistico dove nel mese di ottobre si registra il 24,5% di camere prenotate.
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