giovedì 13 luglio 2017

RENZI: l'avvicendamento con LETTA voluto dalla minoranza pd


ROMA, 13 luglio - L'avvicendamento con Enrico Letta "è stata un'operazione politica voluta in primis dall'allora minoranza del Pd. E' stata un'operazione politica che io ho pagato a livello reputazionale, ma a livello politico ha smosso l'Italia. E quindi la rifarei", dice il segretario del Pd Matteo Renzi alla presentazione del suo libro "Avanti".
Nel libro Renzi scrive: "L'idea che si sia trattato di una coltellata alle spalle è una fake news alimentata da un nutrito club di editorialisti monotoni. Le ricostruzioni mettono in scena un golpe in piena regola, come se Letta fosse stato usurpato di chissà quale investitura democratica o popolare" e invece "l'unica volta in cui Enrico si era candidato alle primarie, nel 2007, aveva raccolto la miseria dell'11% dei voti. Più o meno la stessa percentuale di Civati qualche anno più tardi", prosegue. "Letta entra in modalità broncio. E la scena del passaggio della campanella segna un investimento del premier uscente: fare la parte della vittima funziona sempre in un paese in cui si ha più simpatia per chi non ce la fa che per chi ci prova. Ci sono intere carriere che vengono costruite sul vittimismo anziché sui risultati".
Secca la replica di Enrico Letta: "Mi è tornata in mente una frase ascoltata tanto tempo fa: 'Sono convinto che il silenzio esprima meglio il disgusto e mantenga meglio le distanze'. Da tempo ho deciso di guardare avanti e non saranno queste ennesime scomposte provocazioni a farmi cambiare idea. Gli italiani sono saggi e sanno giudicare". 
"La parola rottamazione - afferma Matteo Renzi a Rtl - non la metterò mai in soffitta. E' la mia parola. Ma condivido Richetti quando dice di essere piu' inclusivi". "Ma non ne posso piu' di parlare di noi. C'e' un italiano interessato a chi torna in Parlamento? Che gliene frega a cosa accade in Parlamento. Smettiamo - aggiunge il segretario Pd - di parlare di noi. Saremo credibili se parliamo di tasse, di pensioni, non di correnti interne".
"Ho sbagliato a comunicare, ad esempio, ho presentato gli 80 euro come una televendita". Ha detto l'ex premier, ma con un accento meneghino, imitando un po' la voce di Silvio Berlusconi. Il conduttore, notando l'inflessione particolare, gli chiede: "Ha fatto la voce di Berlusconi o Vanna Marchi". E Renzi, risponde: "A tutti e due, senno' creiamo un caso politico".

"A D'Alema auguro lunga vita. Auguri". Lo afferma Matteo Renzi citando la frase di D'Alema secondo cui vivrà per contrastare la carriera politica del segretario Pd. "L'antirenzismo al posto dell'antiberlusconismo? Ma D'Alema non e' mai stato anti-berlusconiano". Quanto al libro, secondo Renzi "D'Alema non c'entra niente". "Io ho solo parlato dell'incontro con Berlusconi. Il punto per me fondamentale, non e' personale. Se c'è un percorso comune, non puoi permettere che Berlusconi e D'Alema trovino un'intesa. Non funziona così'".

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