Piergiorgio Morosini |
"Non ho mai rilasciato l'intervista alla cronista del "Foglio". Si è trattato solo di un colloquio informale, presso la sede del CSM, in merito ad un'inchiesta che la giornalista sta facendo su Magistratura democratica". Lo dice in una nota il consigliere del Csm Piergiorgio Morosini, che sostiene:"mi sono state attribuite delle affermazioni che non ho mai fatto e dalle quali prendo con nettezza le distanze. Prima fra tutte quella che dà il titolo all'intervista: non ho mai detto 'Renzi va fermato'". Secondo il Foglio, il consigliere parlando del referendum sulla riforma costituzionale, che vede la sua corrente schierata per il "no" avrebbe detto tra l'altro: "Se passa la riforma costituzionale abbinata all'Italicum il partito di maggioranza potrà decidere da solo i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare. Renzi farà come Ronald Reagan, una bella infornata autoritaria di giudici della Suprema Corte allineati con il pensiero repubblicano su diritti civili, economia...uno scenario preoccupante".
Il ministro della Giustizia Orlando ha chiesto al vice presidente del Csm Legnini "un incontro formale per un chiarimento" sulla vicenda dell'intervista del consigliere del Csm Piergiorgio Morosini. "Se alcune di quelle parole risultassero in qualche modo confermate - dice Orlando - sarebbero in aperto contrasto con lo spirito di leale collaborazione che fino a qui ha ispirato i rapporti tra Governo e Csm".
La presa di posizione del Csm - "Sono inaccettabili gli attacchi a esponenti di governo e parlamento. Noi pretendiamo rispetto per le nostre funzioni, ma per farlo dobbiamo prima di tutto assicurare rispetto ai rappresentanti dei poteri dello Stato". Lo ha detto il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, nel corso di un dibattito al plenum del Csm, prendendo tuttavia atto della smentita del consigliere Piergiorgio Morosini Riferendosi agli altri contenuti di quello che lo stesso Morosini ha definito un colloquio informale, che non era assolutamente finalizzato a rendere dichiarazioni pubbliche, Legnini ha anche definito "inacccettabili" i giudizi espressi su alcuni magistrati come il presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone e il capo di gabinetto del ministro della Giustizia Giovanni Melillo. Ma soprattutto ha annunciato che riferirà il dibattito in plenum al capo dello Stato che del Csm è il presidente.
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