ROMA - C'è chi ha sviluppato il morbo di Parkinson, chi sindromi ossessive o i sintomi premonitori di una demenza senile. Per i passeggeri della Concordia sopravvissuti al naufragio, il trauma vissuto ha portato danni fisici e neurologici che, per gli esperti, sono legati da un nesso di causa ed effetto alla tragedia. In generale, hanno spiegato al processo di Grosseto i medici legali, i casi si riferiscono a chi rimase intrappolato per ore nella nave.
Un passeggero di Bologna ha sviluppato il morbo di Parkinson, la sorella i sintomi premonitori di una demenza senile, un'altra passeggera insonnia, bronchite cronica e difficoltà di relazione sociale, un altro una sindrome ossessiva per cui in ogni conversazione finisce per parlare solo del naufragio del Giglio e ha sempre paura di morire. Ma c'è anche chi non può stare da solo in locali chiusi e chi non può prendere ascensori.
Tutti passeggeri che ora si sono costituiti parte civile per chiedere risarcimenti all'imputato Francesco Schettino e al responsabile civile del processo, Costa Crociere spa. E' la prima udienza in cui i danni medico-sanitari agli ospiti della nave vengono evidenziati sotto il piano medico-scientifico, e non solo in base a racconti dei superstiti. Le patologie di cui si è parlato in aula, a partire dall'uomo in cui si è evidenziata una patologia di Parkinson, sono state segnalate dopo il naufragio e a distanza di oltre due anni e mezzo si sono cronicizzate e aggravate, peggiorando nettamente le condizioni di vita dei passeggeri, divenuti pazienti.
Sempre nell'udienza di oggi alcuni avvocati hanno revocato la costituzione di parte civile di loro assistiti per il raggiungimento di transazioni extra-processo e Costa Crociere spa per il risarcimento dei danni subiti.
Avvocato di Costa: "Caso di Parkinson? Non risulta" - "Conosciamo il caso. Abbiamo fatto fare ovviamente ogni genere di ricerche sulla possibile casualità di queste sindromi di Parkinson collegate all'evento, ma non abbiamo rinvenuta nessuna letteratura scientifica e nessun precedente in questo senso". Così l'avvocato di Costa Crociere, Marco De Luca
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