CARACAS - Ancora una giornata di tensione ieri in Venezuela: a Caracas sono scesi in piazza sia degli studenti dell'opposizione sia i simpatizzanti del "chavismo". Le proteste contro il governo presieduto da Nicolas Maduro sono iniziate ormai dodici giorni fa. Lo scorso mercoledì, una delle manifestazioni degli studenti si era conclusa con diversi scontri violenti. Il bilancio finale è stato di tre morti e decine di feriti.
Gli Stati Uniti si dichiarano ''profondamente preoccupati'' per le crescenti tensioni in Venezuela e condannano la ''violenza insensata'' esercitata per diversi giorni contro i manifestanti anti governativi.
Il Segretario di Stato americano John Kerry si è detto ''particolarmente preoccupato'' dopo l'arresto di alcuni manifestanti che protestavano contro il presidente Nicolas Maduro e per il mandato di arresto contro Leopoldo Lopez, un avversario politico promotore dei disordini accusato di omicidio.
La residenza dei genitori di Lopez, è stata perquisita dagli organi di sicurezza dello Stato a Lopez Sebucán, Comune Sucre. Ufficiosamente, è stato riferito che i membri della Direzione Generale Militare e la Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) hanno partecipato alla perquisizione, a vuoto. López stato indicato dal Presidente della Repubblica, Nicolas Maduro, come uno dei principali promotori della violenza che è stato generato nel paese nelle ultime ore dopo la marcia del 12 febbraio. Pochi minuti prima della perquisizione, sul social network di Twitter proprio Leopoldo Lopez ha scritto che è nel paese giorno e parla con il Paese. "Al Paese, soprattutto agli studenti, che ho sempre ammirato e sostenuto, dico che la lotta si è sulla strada e cheil metodo è non-violenza", ha detto @ leopoldolopez. Dopo la perquisizione Lopez ha inviato un altro commento in cui ha respinto l'azione del governo. "Dico a Maduro: vigliacco".
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