CIVITAVECCHIA - La "malattia dei delfini" continua a colpire. E salgono a 45 gli esemplari morti dai primi di gennaio e ritrovati sulle spiagge del Tirreno, contro una media che non supera i quattro casi l'anno. Il ministero dell'Ambiente ricorda infatti che, dopo la piccola morta ieri al porto di Civitavecchia, altre due carcasse di "stenella striata" sono state scoperte sulle rive del Lazio, a Terracina e Sperlonga. Secondo il ministero dell'Ambiente le prime indicazioni fanno pensare che gli animali siano vittime di infezioni batteriche, ma solamente analisi accurate potranno stabilire con certezza il motivo della strage dei delfini. La causa più probabile potrebbe essere di natura infettiva (in numerose carcasse è stata rinvenuta traccia di un batterio, il photobacterium damselae, che può portare a sindrome emolitica e lesioni ulcerative). Per questo motivo nelle prossime settimane i ricercatori approfondiranno l'eventuale presenza di virus e l'eventuale fioritura di alghe anomale.
La giovanissima delfina morta ieri mentre nuotava nella darsena da pescherecci del porto di Civitavecchia è stata al centro di "una coinvolgente operazione di soccorso cui hanno assistito decine di persone e, al largo, anche il branco di stenelle cui apparteneva".
La cucciola di delfina, di circa un anno d'età - spiega il ministero - aveva appena finito lo svezzamento; forse era la figlia di una delle delfine morte in questi giorni, rimasta così senza madre. L'animale è stato notato alle prime luci dell'alba da un biologo marino; si aggirava sofferente e indebolito nella darsena pescherecci di Civitavecchia. E' intervenuta la Guardia costiera-Capitaneria di porto, con un battello, aiutata da Finanza, pompieri e dai vigili urbani di Civitavecchia che hanno trattenuto la folla di curiosi. Eranomolti i delfini che, al largo, hanno assistito al tentativo di salvataggio. L'obiettivo del recupero era restituire l'animale al suo branco, ma i salvatori sono arrivati troppo tardi, il delfino è morto.
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