mercoledì 25 gennaio 2017

La Ue: piano per il blocco navale anti immigrati davanti alla LIBIA


BRUXELLES, 25 gennaio - Improvvisa virata nella politica dell'Ue con la presentazione del nuovo piano sulla "Migrazione nella rotta del Mediterraneo centrale", che prevede l'utilizzo di navi ed equipaggi italiani ed europei davanti alla Libia per combattere i trafficanti e bloccare i flussi migratori. E' il primo documento che sembra avere l'appoggio di tutti i governi europei (anche Merkel e Gentiloni) e che gioverebbe in particolare a Italia e Malta.
Il piano vuole estendere "Sofia", la missione navale europea nel Canale di Sicilia, alle acque territoriali libiche con la possibilità di creare un blocco navale per impedire la partenza dai porti in Libia dei trafficanti. In prima linea nello schieramento, dunque, ci sarebbero i libici e alle loro spalle la missione Ue, sulle cui navi sarebbero imbarcati uomini della Forza di gendarmeria europea per distruggere i barconi. Si prevede inoltre il rafforzamento della Guardia costiera libica con mezzi europei e il coinvolgimento di EgittoTunisia e Algeria e le intelligence dei governi europei.

Obiettivi -  Il piano si prefigge traguardi importanti come il miglioramento delle condizioni disumane dei migranti (anche grazie all'Onu e alla creazione di centri di aiuto), la riduzione delle morti (da inizio decennio i morti in mare sono 13mila) la diminuzione del flusso di migrazione (nel 2016 sono stati in 131mila ad attraversare il Canale di Sicilia) e l'aiuto al reinserimento in patria per chi volesse tornare.

L'iniziativa - L'ossatura del documento è frutto del lavoro dell'Alto rappresentante Federica Mogherini e del commissario Dimistris Avramopoulos ed è stato voluto dal premier di Malta, Joseph Muscat, che detiene la presidenza di turno dell'Ue, il quale ha chiesto di "esplorare politicamente la fattibilità" di estendere la missione europea alle acque libiche. A Malta, il 3 febbraio, i leader europei approveranno il testo, limato e corretto in queste ore a Bruxelles.

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