DACCA, 2 luglio - Nell'attacco al locale di Dacca sarebbero morte 24 persone e ne sono state ferite 40, tra le quali un numero imprecisato di stranieri. Lo scrive Rita Katz citando il quarto messaggio dell'Isis diffuso attraverso Amaq, l'agenzia del Califfato. Precedentemente l'Isis aveva parlato di venti morti.
"Ci risultano sette italiani tra gli ostaggi" nel caffè di Dacca assaltato dagli jihadisti. Lo afferma al Tg1 l'ambasciatore italiano in Bangladesh, Mario Palma Da parte degli assalitori del locale a Dacca "non c'è alcuna volontà di negoziare alcunchè": lo ha detto l'ambasciatore italiano. "E' una missione suicida, vogliono attuare un'azione molto forte e cruenta in cui non c'è spazio per il negoziato", ha aggiunto
Nell'assalto al locale di Dacca risultano morti due poliziotti locali, mentre altre 11 persone sono rimaste ferite in modo grave. Un ostaggio italiano, che si era riparato dietro il giardino del ristorante assaltato da un commando dell'Isis, è stato tratto in salvo dalla polizia locale. Lo si apprende da fonti della Farnesina. Il connazionale ora viene ascoltato dagli inquirenti.
Da quanto si apprende, la Farnesina sta contattando le famiglie delle persone che potrebbero essere coinvolte nell'assalto al locale di Dacca, in Bangladesh, e al momento non conferma vittime italiane.
Almeno due poliziotti sono morti durante l'assalto del commando armato. Lo riferisce un giornalista di Dhaka Tribune, Asiful Islam, alla CBSN. Lo stesso ha confermato che il gruppo di uomini armati tiene in ostaggio 20 civili.
"Almeno 20 stranieri erano dentro il ristorante quando i criminali, al massimo otto, vi sono entrati": lo scrive il sito di un'emittente del Bangladesh, Ntv, citando un dipendente del locale, Sumon Reza.
Il caffé nella zona di Gulshan è ritrovo di stranieri, diplomatici e middle-class. Il locale Holey Artisan Bakery, bersaglio dell'attacco di oggi, che si trova sulla Road 79, è 200 metri di distanza dall'Ambasciata d'Italia a Dacca, che si trova a sua volta sulla Road 74/79.
Un impiegato del locale, riuscito a fuggire ha detto alla stampa locale: "Hanno lanciato diverse bombe, urlando Allah hu Akbar ed avevano anche pistole e spade".
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