BELGRADO, 24 aprile - Il Partito del progresso serbo (Sns, conservatore) del giovane premier Aleksandar Vucic ha stravinto le elezioni politiche anticipate di oggi in Serbia con il 52,1%, secondo dati preliminari diffuse dal sito online del quotidiano Blic. Il Partito radicale serbo (Srs) dell'ultranazionalista Vojislav Seselj torna alla grande nel parlamento di Belgrado con il 9,9%. Vojislav Seselj - falco dai tempi di Milosevic e delle guerre che portarono agli interventi Nato e alla sparizione violenta della Jugoslavia che prima la monarchia poi soprattutto il maresciallo Tito avevano reso potenza regionale - vive dunque un nuovo successo, nel suo trionfale ritorno in scena a sorpresa. Dopo quattro anni di detenzione, era stato assolto dall'accusa di complicità in crimini di guerra e rilasciato dal Tribunale internazionale dell'Aja. E come gli altri due partiti nazionalisti e russofili ha svolto una campagna elettorale imperniata sul no all'integrazione nella Ue, a patti strategici con Mosca, e a una politica sociale più attenta.
I socialisti rimangono il secondo partito con l'11,5% dei voti.
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