SOUTHAMPTON, 27 aprile - Negli ultimi 33 anni la Terra è diventata più verde grazie all'anidride carbonica. Lo ha dimostrato uno studio della rivista Nature Climate Change, secondo cui le aree verdi sul nostro pianeta sono aumentate di 36 milioni di chilometri quadrati rispetto a trentatre anni fa. Per gli scienziati, ciò sarebbe legato all'incremento dei livelli di Co2: per fronteggiarlo e catturare il biossido di carbonio, le piante avrebbero sviluppato più foglie.
L'effetto, però, andrebbe via via diminuendo con il passare del tempo: per sostenere la crescita delle piante, infatti, sarebbero richieste altre risorse, come acqua e fosforo. A influire sull'aumento dell'area verde, inoltre, ci sarebbero anche altri fattori: dalle modifiche nell'utilizzo del suolo al cambio climatico.
Ma c'è un'altra novita legata alle alte concentrazioni di anidride carbonica: a ciò sarebbe stato dovuto il drammatico cambiamento climatico avvenuto fra i 53 e 34 milioni di anni fa, nell'epoca dell'Eocene, con una temperatura di 14 gradi superiore a quella attuale. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università di Southampton grazie alle testimonianze conservate nei resti fossili dei microrganismi che allora popolavano gli oceani.
La ricerca è importante sia per comprendere il clima del passato, sia per prevedere quello futuro. Analizzando gli antichi sedimenti oceanici e i livelli di Co2 tuttora presenti, i ricercatori hanno confermato l'ipotesi che l'anidride carbonica ha causato l'estremo riscaldamento in quell'epoca remota. Quando i livelli si sono ridotti è avvenuto un raffreddamento che ha portato alla formazione delle attuali calotte polari. "Non possiamo misurare direttamente le concentrazioni di Co2 di un tempo così lontano, ma dobbiamo affidarci in via indiretta a ciò che rimane negli attuali resti geologici", precisa Eleni Anagnostou, coordinatrice dello studio.
"In questo caso - prosegue - abbiamo usato la composizione chimica dei fossili marini rimasti nei sedimenti per ricostruire gli antichi livelli di anidride carbonica". "La sensibilità del clima alla Co2, che ha portato al riscaldamento nell'Eocene - aggiunge Gavin Foster, coautore dello studio - è simile a quella prevista dall'Ipcc (Intergovernamental Panel on climate change) per il nostro futuro".
L'effetto, però, andrebbe via via diminuendo con il passare del tempo: per sostenere la crescita delle piante, infatti, sarebbero richieste altre risorse, come acqua e fosforo. A influire sull'aumento dell'area verde, inoltre, ci sarebbero anche altri fattori: dalle modifiche nell'utilizzo del suolo al cambio climatico.
Ma c'è un'altra novita legata alle alte concentrazioni di anidride carbonica: a ciò sarebbe stato dovuto il drammatico cambiamento climatico avvenuto fra i 53 e 34 milioni di anni fa, nell'epoca dell'Eocene, con una temperatura di 14 gradi superiore a quella attuale. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università di Southampton grazie alle testimonianze conservate nei resti fossili dei microrganismi che allora popolavano gli oceani.
La ricerca è importante sia per comprendere il clima del passato, sia per prevedere quello futuro. Analizzando gli antichi sedimenti oceanici e i livelli di Co2 tuttora presenti, i ricercatori hanno confermato l'ipotesi che l'anidride carbonica ha causato l'estremo riscaldamento in quell'epoca remota. Quando i livelli si sono ridotti è avvenuto un raffreddamento che ha portato alla formazione delle attuali calotte polari. "Non possiamo misurare direttamente le concentrazioni di Co2 di un tempo così lontano, ma dobbiamo affidarci in via indiretta a ciò che rimane negli attuali resti geologici", precisa Eleni Anagnostou, coordinatrice dello studio.
"In questo caso - prosegue - abbiamo usato la composizione chimica dei fossili marini rimasti nei sedimenti per ricostruire gli antichi livelli di anidride carbonica". "La sensibilità del clima alla Co2, che ha portato al riscaldamento nell'Eocene - aggiunge Gavin Foster, coautore dello studio - è simile a quella prevista dall'Ipcc (Intergovernamental Panel on climate change) per il nostro futuro".
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