Andreas Lubitz, 28 anni, suicida assassino di 149 persone |
La polizia davanti alla casa di Lubitz a Montabaur, in Renania-Palatinato |
Lubitz avrebbe sospeso il suo addestramento come pilota per ''una sindrome da burnout, una depressione'', almeno secondo quanto scrive il sito del quotidiano tedesco Faz citando la madre di un'amica d'infanzia, con cui cui il 28enne si sarebbe confidato in passato.
Alla richiesta di quale origine etnica fosse l'uomo, il procuratore di Marsiglia, competente nelle indagini,non ha saputo rispondere, escludendo per il momento la pista terroristica." L'aereo - ha spiegato il Procuratore - era azionato con il comando automatico. Il comandante aveva detto al pilota: 'Ti lascio il comando' ed è andato in bagno. Poi il copilota ha bloccato l'accesso alla cabina e si è rifiutato di aprire. Ai comandi dell'aereo c'era quindi il copilota e, stando ai dati recuperati dalla scatola nera, era vivo al momento dell'impatto. E' dunque "rimasto solo" in cabina ed ha "attivato i bottoni per azionare la discesa dell'aeroplano".
"Quando una persona trascina con sè nella morte altre 149 persone, non è suicidio, è un'altra cosa". Lo ha detto il presidente di Lufthansa, Carsten Spohr, in una conferenza stampa. ''Anche se non sono un giurista'', ha precisato. ''Siamo scioccati, possiamo solo speculare sui motivi. Non abbiamo conoscenza di quel che ha potuto muovere il copilota a fare questa terribile scelta''.
La procura tedesca sta perquisendo le due case di Andreas Lubitz. Lo rende noto la stampa tedesca. Lubitz viveva insieme con i genitori a Montabaur, ma aveva anche una casa a Dusseldorf, nella periferia della città.
"Oltre al dolore" per la perdita dei propri cari, gli psicologi chiamati ad assistere i parenti delle vittime della Germanwings dovranno ora occuparsi anche "della loro rabbia". Lo sostengono gli stessi psicologi dopo la notizia che a causare la tragedia aerea potrebbe essere stata l'azione volontaria del copilota. "E' difficile accettare la morte improvvisa di un proprio caro - spiegano - lo è ancora di più se a causarla è stata l'azione deliberata di qualcuno. In questi casi, la rabbia diventa 'alleata' del dolore e lo rende ancora più grande".
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