I danni causati dagli attacchi aerei sauditi questa mattina a Sanaa |
Poco dopo che l’ambasciatore saudita a Washington aveva annunciato l'azione militare, aerei da guerra non identificati hanno lanciato un attacco contro l'aeroporto della capitale yemenita Sanaa e la sua base aerea militare di al Dulaimi. La Casa Bianca ha detto in un comunicato che gli Stati Uniti sostengono l'operazione condotta dai paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo arabo e che il presidente Barack Obama degli Stati Uniti ha autorizzato "il supporto logistico e l'intelligenza."
"Mentre le forze americane non stanno prendendo parte a un’azione militare diretta in Yemen, a sostegno di questo sforzo, stiamo stabilendo un centro comune di pianificazione con l'Arabia Saudita per coordinare il sostegno americano militare e di intelligence", ha detto il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale Bernadette Meehan.
Lo Yemen ormai dilaniato dalla guerra civile ha reso il paese un fronte cruciale nella rivalità tra la sunnita Arabia Saudita e l'Iran sciita, che Riyadh accusa di fomentare il conflitto confessionale in tutta la regione e in Yemen con il suo supporto agli Houthi. La crisi rischia ora di finire a spirale in una guerra per procura con l'Iran sciita che sostiene gli Houthi, e l'Arabia Saudita e le altre monarchie regionali musulmane sunnite a sostegno del presidente yemenita Abd-Rabbu Mansour Hadi.
Gli Huthi, che nel settembre dello scorso anno si sono impadroniti della capitale Sanaa, hanno sciolto il Parlamento e posto Hadi agli arresti domiciliari nel gennaio scorso, continuando poi la loro avanzata verso il Sud. Hadi è fuggito il mese scorso dalla capitale e ha trovato rifugio ad Aden, da dove ha cercato di organizzare la resistenza all'offensiva sciita grazie al sostegno di parte delle forze armate e di clan tribali sunniti. Manifestazioni pacifiche di migliaia di persone contro gli Huthi si sono svolte negli ultimi giorni a Taiz, la terza città del Paese, anch'essa caduta nelle loro mani, già culla delle proteste che nel 2012 portarono alle dimissioni di Saleh, l'ex 'uomo forte' del Paese. E proprio Saleh, sciita, ha unito le forze armate ancora a lui fedeli a quelle dei ribelli per cercare di eliminare il suo successore. Una situazione, dunque, estremamente complessa, precipitata ieri quando gli Huthi hanno annunciato di aver conquistato la base aerea di Al Annad, la più importante nel Sud del Paese, a soli 60 chilometri da Aden, evacuata nei giorni scorsi da militari americani e britannici impegnati nella campagna di bombardamenti con i droni contro le postazioni di Al Qaida. Nella vicina città di Lahj, inoltre i ribelli hanno catturato il ministro della Difesa, il generale Mahmud al Subaihi.
Gli Huthi, che nel settembre dello scorso anno si sono impadroniti della capitale Sanaa, hanno sciolto il Parlamento e posto Hadi agli arresti domiciliari nel gennaio scorso, continuando poi la loro avanzata verso il Sud. Hadi è fuggito il mese scorso dalla capitale e ha trovato rifugio ad Aden, da dove ha cercato di organizzare la resistenza all'offensiva sciita grazie al sostegno di parte delle forze armate e di clan tribali sunniti. Manifestazioni pacifiche di migliaia di persone contro gli Huthi si sono svolte negli ultimi giorni a Taiz, la terza città del Paese, anch'essa caduta nelle loro mani, già culla delle proteste che nel 2012 portarono alle dimissioni di Saleh, l'ex 'uomo forte' del Paese. E proprio Saleh, sciita, ha unito le forze armate ancora a lui fedeli a quelle dei ribelli per cercare di eliminare il suo successore. Una situazione, dunque, estremamente complessa, precipitata ieri quando gli Huthi hanno annunciato di aver conquistato la base aerea di Al Annad, la più importante nel Sud del Paese, a soli 60 chilometri da Aden, evacuata nei giorni scorsi da militari americani e britannici impegnati nella campagna di bombardamenti con i droni contro le postazioni di Al Qaida. Nella vicina città di Lahj, inoltre i ribelli hanno catturato il ministro della Difesa, il generale Mahmud al Subaihi.
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