lunedì 26 gennaio 2015

Chiesti 26 anni e 3 mesi per SCHETTINO. E l'arresto


GROSSETO, 26 gennaio - Durissima requisitoria della pm Navarro al processo di Grosseto contro il comandante Schettino per l'affondamento della Costa Concordia. Il cumulo delle pene previste per i vari reati contestategli e richieste dal procuratore alla Corte d'Assise assomma a 26 anni e 3 mesi, più le varie interdizioni dai pubblici uffici. Il pubblico ministero ha chiesto inoltre l'arresto per Schettino per evitare "il pericolo di fuga". L'ex comandante era assente in aula.
l pm ha formulato la richiesta di 26 anni di reclusione cumulando i reati di omicidio e lesioni colposi (reato più grave la morte di Dayana Arlotti, 14 anni), di naufragio colposo (9 anni), abbandono di incapaci e della nave (delitti dolosi), 3 anni. 
La richiesta di tre mesi di arresto, su cui la procura invita il tribunale a decidere, è invece relativa alle contravvenzioni di omesse e false dichiarazioni all'autorità marittima. Richieste, tra le pene accessorie, anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella dalla professione per 5 anni e 6 mesi.
La Navarro, nella sua richiesta al tribunale, ha fatto capire che Schettino, le sue relazioni maturate in numerosi viaggi di lavoro all'estero, potrebbe venire a disporre di un'abitazione fuori dall'Italia e decidere di scappare. E ha citato un caso in cui la Cassazione concesse l'arresto di un imputato che aveva una casa in Svizzera, ritenendo ciò sufficiente a far scattare la misura. 
"Un incauto idiota" - Le definizioni che si trovano in dottrina giuridica di "abile idiota" e "incauto ottimista" di colui che "si sente bravo e invece provoca una situazione di pericolo e un danno" e "che somma all'ottimismo la sopravvalutazione delle proprie capacità", "convivono benissimo in Schettino, quasi fosse bicefalo, tanto che per lui possiamo coniare il profilo dell'incauto idiota": lo ha detto l'altro pm, Stefano Pizza, citando la dottrina al terzo giorno di requisitoria al processo di Grosseto sul naufragio della Costa Concordia.
Nel suo intervento il pm Pizza ha attribuito a Schettino l'aggravante della "colpa cosciente" elencando decine di profili di colpa rispetto ai reati di omicidio plurimo colposo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di incapaci a bordo, mancate comunicazioni alle autorità. "Improvvisare la rotta e con quelle condizioni determina l'aggravante di una mostruosa colpa cosciente", ha detto Pizza. 
"Dio abbia pietà di Schettino"
 - "Dio abbia pietà di Schettino, perché noi non possiamo averne alcuna", ha aggiunto Stefano Pizza. "Il dovere di abbandonare per ultimo la nave da parte del comandante non è solo un obbligo dettato dall'antica arte marinaresca, ma è un dovere giuridico che ha la sua fondatezza nel ridurre al minimo i danni alle persone": anche rilevando questo aspetto il pm Pizza ha proseguito la requisitoria al processo sul naufragio della Concordia ravvisando decine di profili di colpa a carico dell'imputato.
Tra questi, non aver verificato che la rotta fosse sicura, non aver cercato informazioni sulla rotta né dai suoi ufficiali né dal radar, aver condotto la nave a 16 nodi tenendo la prua perpendicolare all'isola, aver dato ordini ad elevatissima frequenza al timoniere, "non aver seguito le buone regole dell'arte marinara per evitare il basso fondale", "mancato rilevamento del punto nave a intervalli regolari".
E ancora, sempre tra le varie colpe, secondo il pm, non aver disposto un "adeguato servizio di vedette", aver permesso che sul ponte di comando vi fossero "persone fonte di disturbo alla guardia".
Schettino: "Io non scappo" - "Non scappo. Sono a disposizione dell'autorità giudiziaria, mi si dica quello che devo fare": è il commento di Francesco Schettino diffuso tramite i suoi legali sulla richiesta di arresto formulata dal pm di Grosseto. Schettino, che ha assistito a quasi tutte le udienze del processo sulla Costa Concordia, oggi non era in aula.

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