ATENE ,25 gennaio - In Grecia stamani alle 07:00 locali (le 06:00 in Italia) si sono aperti 19.449 seggi per le elezioni legislative il cui risultato potrebbe avere cruciali ripercussioni politiche ed economiche su tutta l'Unione Europea. Su una popolazione complessiva di circa 11.300.000 abitanti, gli aventi diritto al voto sono 9.808.760 dei quali 5.060.877 donne e 4.747.883 uomini. Le operazioni di voto si concluderanno alle 19:00 locali (le 18:00 in Italia) e poco dopo dovrebbero essere pubblicati i primi exit-poll.
Protagonista assoluto del voto è Alexis Tsipras, l'uomo che ha unito la frammentata sinistra greca in un partito, Syriza, che è il superfavorito per la vittoria. Un leader che ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell'austerità debba finire.
Lo stop ai sacrifici contiene però anche e soprattutto il rigetto degli accordi stretti tra il suo predecessore, il conservatore di Nea Dimokratia Antonis Samaras, e i creditori internazionali. E ciò genera preoccupazione tra i fautori europei del rigore, favorevoli a una continuazione dell'attuale fase politica. Una vittoria della sinistra, dicono, potrebbe mandare la Grecia al fallimento e farla uscire dall'Eurozona. Un'ipotesi che viene però smentita seccamente dallo stesso Tsipras (secondo il quale si può arrivare ad un accordo, dopo l'apertura mostrata dalla Bce per un acquisto "condizionato" dei titoli greci) ed è giudicata improbabile anche da molti altri leader d'Europa.
In questo senso si è espresso anche Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, che parlando al World Economic Forum di Davos ha osservato: "Non condivido l'ipotesi di uscita della Grecia dall'Ue e non penso che sia una buona ipotesi. Ma soprattutto non credo che questo accadrà. Noi siamo interessati sul possibile risultato delle elezioni in Grecia perché siamo sempre interessati ai risultati di un'elezione e tutti sappiamo che dobbiamo rispettare i risultati e il volere della gente della Grecia che deciderà il governo che vuole eleggere".
Gli ultimi sondaggi, pubblicati venerdì prima del silenzio elettorale, sono chiari: quello della societa' Mrb per Star TV vede Syriza al 31,2%, Nea Demokratia al 26%, Potami (centrosinistra) al 6,5%, Alba Dorata (estrema destra) al 5,5%, Kke (comunisti) al 4,5%, Pasok al 4%, Greci Indipendenti (centrodestra) al 3,2%, Kinima (centrosinistra) al 2,9% (la soglia per entrare in Parlamento e' il 3%: è il nuovo partito di Papandreu). L'altra societa' di sondaggi, Gpo, segnala Syriza al 33,4%, ND 26,7%, Alba Dorata 5,1%, Pasok 5%, Potami 5%, Greci Indipendenti 3,5%.
In tutti i sondaggi tuttavia Syriza non sembra poter conquistare abbastanza seggi (151 su 300) per poter governare da sola (nonostante il bonus che dà 50 seggi al partito di maggioranza relativa). Le alleanze sembrano dunque al momento inevitabili; ma due dei potenziali "papabili" sembrano in difficoltà: Kinima, dell'ex premier Giorgos Papandreou, sembra avere poche chance di entrare in Parlamento e il Pasok, partito dell'attuale vicepremier Evangelos Venizelos, formazione un tempo egemone in Grecia, lotta attorno al 4%.
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