MILANO, 11 novembre - Si è conclusa la cerimonia laica per l'ultimo saluto a Umberto Veronesi. Il feretro dell'oncologo ha lanciato Palazzo Marino tra gli applausi delle centinaia di persone che, dentro e fuori nella piazza e nel cortile del palazzo, hanno assistito alla cerimonia, anche dai maxischermi. La cerimonia era iniziata sulle note dei brani 'Il chiaro di luna' di Beethoven e 'Tu che di gel sei cinta' dalla Turandot, eseguiti dal figlio dell'oncologo, Alberto, musicista e direttore d'orchestra. Attorno al feretro, i figli, i nipoti e la moglie dello scienziato, Sultana Razon.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha aperto con il suo discorso la cerimonia laica. Il suo è stato un ricordo commosso fino alle lacrime. Con voce rotta dall'emozione il sindaco ha ricordato quando è stato paziente di Veronesi, che lo ha curato quando aveva il cancro. "È stato il mio medico, mi ha aiutato a guarire - ha spiegato - e mi ha lasciato un insegnamento. Quello che la malattia 'farà sempre parte della tua vita ma non la devi considerare come altro da te, anzi devi pensare che noi e le nostre malattie siamo la stessa cosa. Ma che ci si cura sempre'". "Grazie per tutte le volte che hai compreso", ha concluso il sindaco.
Anche i ministri Maria Elena Boschi e Maurizio Martina hanno partecipato ai funerali, oltre a al vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, agli ex sindaci di Milano Carlo Tognoli e Gabriele Albertini, all'ex sindaco di Torino Piero Fassino. Tra i rappresentanti delle imprese Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef.
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