CITTA' DEL VATICANO, 3 novembre - Il Papa e' "sconfortato e amareggiato, ma sereno"; cosi' il giorno dopo gli arresti dei "corvi" della Santa Sede fonti vaticane riferiscono lo stato d'animo del Pontefice che ora sta pensando al suo prossimo viaggio pastorale in Centrafrica e non alla fuga dei documenti riservati dal Vaticano. Lo stesso Francesco nell'omelia per la messa celebrata questa mattina in San Pietro ha sottolineato che "non bisogna preoccuparsi troppo se qualcosa in questo mondo non va per il verso giusto. "Non abbiamo a inquietarci - ha detto - per quello che ci manca quaggiu', ma per il tesoro di lassu'; non per quello che ci serve , ma per cio' che veramente serve".
Intanto, Francesca Immacolata Chaouqui, arrestata ieri assieme al monsignore spagnolo, Lucio Angel Vallejo Balda, e subito rilasciata per la collaborazione prestata agli inquirenti della Santa Sede, questa mattina si è' difesa su Twitter. "Non sono un corvo, non ho tradito il Papa" ha scritto la pierre e lobbista coinvolta nell'indagine "Vatileaks 2". "Non ho mai dato un foglio a nessuno. Mai a nessuno", assicura sempre su Twitter la Chaouqui.
Resta in cella, la stessa nel Palazzo della Gendarmeria dove per cinque mesi fu rinchiuso Paolo Gabriele, mons. Vallejo Balda, la cui posizione è al vaglio del magistrato inquirente. La donna, si è appreso, ha dato grande collaborazione per definire i contorni delle responsabilità e per contestualizzarle, fornendo anche i relativi riscontri. Chaouqui, che ha respinto le accuse dando la sua collaborazione per accertare la verità, "ha fornito agli organi procedenti massima collaborazione e ha depositato documenti a supporto delle dichiarazioni rese", ha confermato l'avvocato difensore Giulia Bongiorno, aggiungendo che "essendo venute meno le esigenze cautelari è già rientrata a casa ed è certa di chiarire in tempi rapidissimi la propria posizione". "Confido di uscire innocente dalla vicenda", ha detto Francesca Chaouqui. La donna ha avuto un lungo colloquio con l'avv. Bongiorno, ribadendo, "massima collaborazione" e assicurando che intende collaborare, "soprattutto a tutela dell'immagine del Vaticano".
In Vaticano, però, le prove a carico sono giudicate "molto forti e concrete", comunque diverse tra i due indagati. Non si sa ancora se per Vallejo Balda partirà anche un procedimento canonico. Dopo l'arresto del sacerdote, la prelatura dell'Opus Dei ha manifestato "sorpresa e dolore", sottolineando di non disporre "di alcuna informazione sul caso". "Se l'accusa si dimostrasse confermata, sarebbe particolarmente doloroso per il danno arrecato alla Chiesa", ha aggiunto. Pur non essendo nessuno dei due indagati cittadino vaticano, a procedere autonomamente sono state le autorità d'Oltretevere dal momento che il presunto reato sarebbe stato commesso nella città-Stato. La divulgazione di notizie e documenti riservati è un reato previsto dalla legge n. IX del Vaticano, del luglio 2013, che ha introdotto l'art. 116 bis nel Codice penale d'Oltretevere, punendolo con la reclusione fino a otto anni. Gli accertamenti della Gendarmeria avevano preso le mosse dalla pubblicazione di documenti riferibili alla Cosea già in inchieste sull'Espresso del giornalista Emiliano Fittipaldi, poi ulteriormente incentivati e anche accelerati dalla pubblicazione a giorni, entrambi il 5 novembre, del volume dello stesso Fittipaldi "Avarizia" (Feltrinelli) e di "Via Crucis" di Gianluigi Nuzzi (Chiarelettere), quest'ultimo già autore di quel "Sua Santità" con le carte fornite da Gabriele nella Vatileaks numero uno. A tale proposito, la Santa Sede rileva chiaramente che i libri annunciati, "anche questa volta, come già in passato, sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentazione riservata". Prossimi passi dell'azione vaticana, che sulla vicenda intende mantenere una linea di evidente fermezza, potrebbe riguardare quindi proprio l'uscita dei due volumi e i rispettivi autori, cui viene attribuita una "operazione i cui risvolti giuridici ed eventualmente penali sono oggetto di riflessione da parte dell'Ufficio del Promotore in vista di ulteriori provvedimenti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale". "Pubblicazioni di questo genere - viene rimarcato - non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l'equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa".
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