MALINDI, 29 novembre - La dottoressa italiana Rita Fossaceca di 51 anni, uccisa in Kenya durante una rapina in casa è morta per un colpo di pistola sparato da un bandito mentre cercava di proteggere la madre, assalita con un machete. Anche il padre della donna è rimasto ferito alla testa e a una spalla. Due infermiere dell'ospedale di Novara, Monica Zanellato e Paola Lenghini, sono rimaste ferite; le loro condizioni non sono particolarmente gravi.
Il medico era a Mjomboni da un paio di settimane, con i genitori Giovanni e Michelina e lo zio sacerdote, don Luigi Di Lella. La dottoressa era una delle principali collaboratrici di For Life, che HA in corso diversi progetti di solidarietà in Africa. E proprio l'ambulatorio dell'orfanotrofio di Mijomboni, che ospita una ventina di bambini, dove è stata uccisa, era il suo campo di attività. All'ospedale di Novara, invece, era la responsabile della radiologia interventistica nel reparto diretto dal professor Alessandro Carriero, che è anche in presidente di For Life. Le infermiere ferite lavoravano con Rita Fossaceca nell'ospedale di Novara ed erano con lei nell'alloggio nel villaggio di Mijomboni. Tutti loro collaboravano con l'associazione For Life. Le infermiere si erano tenute da parte dei giorni di ferie e così’ potevano, come era gia' capitato in passato, prestare servizio presso l'ambulatorio dell'orfanotrofio.
Il medico era a Mjomboni da un paio di settimane, con i genitori Giovanni e Michelina e lo zio sacerdote, don Luigi Di Lella. La dottoressa era una delle principali collaboratrici di For Life, che HA in corso diversi progetti di solidarietà in Africa. E proprio l'ambulatorio dell'orfanotrofio di Mijomboni, che ospita una ventina di bambini, dove è stata uccisa, era il suo campo di attività. All'ospedale di Novara, invece, era la responsabile della radiologia interventistica nel reparto diretto dal professor Alessandro Carriero, che è anche in presidente di For Life. Le infermiere ferite lavoravano con Rita Fossaceca nell'ospedale di Novara ed erano con lei nell'alloggio nel villaggio di Mijomboni. Tutti loro collaboravano con l'associazione For Life. Le infermiere si erano tenute da parte dei giorni di ferie e così’ potevano, come era gia' capitato in passato, prestare servizio presso l'ambulatorio dell'orfanotrofio.
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