PALERMO, 4 novembre - Il gup di Palermo, Marina Petruzzella, ha assolto l'ex ministro Calogero Mannino dall'accusa di minaccia a corpo politico dello Stato nel processo stralcio nella così detta trattativa Stato-mafia, "per non aver commesso il fatto".
Mannino, nella ricostruzione della procura, temendo per la sua incolumità, grazie ai suoi rapporti con l'ex capo del ros Antonio Subranni, nel '92, avrebbe fatto pressioni sui carabinieri perché avviassero un "dialogo" con i clan. In cambio si sarebbe adoperato per garantire un'attenuazione della normativa del carcere duro. L'ex ministro si è sempre difeso negando ogni coinvolgimento nelle vicende che gli sono state contestate. Dopo 23 mesi di processo la procura ne aveva chiesto la condanna a 9 anni. Prosegue, intanto, davanti alla corte d'assise il processo agli altri imputati - ex ufficiali dell'arma, boss, pentito e Massimo Ciancimino - che, a differenza di Mannino, hanno scelto il rito ordinario e non l'abbreviato.
"Questa di oggi è sicuramente una decisione coraggiosa che conferma la fiducia che ho sempre mantenuto nella giustizia e nei giudici, nonostante sia stato vittima dell'accanimento e dell'ostinazione di alcuni pm". Lo ha detto, dopo avere appreso della sua assoluzione, l'ex ministro Dc Calogero Mannino che non ha mai nominato il pm Vittorio Teresi, pubblica accusa anche nel processo per concorso esterno che lo ha visto imputato, ma al quale chiaramente l'ex politico rivolge le sue pesanti parole.
"Il pm Di Matteo, nel processo per la strage di via d'Amelio ha fatto condannare persone innocenti per colpa della sua ostinazione. Forse con me voleva fare lo stesso".
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