mercoledì 7 ottobre 2015

INTERNI/ Unioni civili, tensioni Pd-Udc sul ddl "Cirinnà bis"

Monica Cirinnà
ROMA, 7 ottobre - Il nuovo disegno di legge sulle unioni civili, depositato dalla senatrice del Pd Monica Cirinnà, rischia di spaccare la maggioranza. Diversi esponenti di Area Popolare (Ncd e Udc) non nascondono infatti le loro perplessità. "Registro un'inopportuna e intempestiva accelerazione", dichiara il presidente dei senatori di Ap, Renato Schifani. "Il nuovo testo è un'inaccettabile forzatura, non comprendo il senso", commenta il capogruppo alla Camera Maurizio LupiIl nuovo testo "Cirinnà-bis" ha introdotto alcune modifiche per recepire le richieste dell'area più cattolica del Pd. Tra queste, sarebbe scomparsa ogni sorta di riferimento al matrimonio e sarebbe stata introdotta la formula "formazioni sociali" richiamata nella famosa sentenza della Corte di Cassazione in tema di unioni civili. Il nuovo testo probabilmente sarà incardinato in Parlamento dopo il ddl Boschi sulle riforme costituzionali. Il Cirinnà-bis è stato firmato da tutti i componenti del Pd. Nell'art.11, che ha messo d'accordo i dem, si legge che "si intendono per 'conviventi di fatto' due maggiorenni uniti stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela da matrimonio".

L'Area popolare non è evidentemente soddisfatta come fa notareMaurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato: "Il nuovo ddl Cirinnà riproduce sostanzialmente l'originaria impostazione del riconoscimento della genitorialità omosessuale e dell'omologazione tra unioni civili e matrimoni, anche se riduce l'esatta sovrapposizione tra i due istituti". E Sacconi aggiunge: "Rimane il macigno divisivo della genitorialità e della legittimazione dell'utero in affitto che noi chiediamo anzi di perseguire come reato universale".

Poco convinta anche Paola Binetti, deputato di Area Popolare: "Espunti i riferimenti al matrimonio, ridimensionata l'adozione, definiti meglio i contorni economici dell'intera riforma che riguarda il nuovo modello di unione civile, se ne potrà dibattere in Aula prima al Senato e poi alla Camera con maggiore capacità di dialogo e di ascolto reciproco".

Monica Cirinnà, la senatrice del Partito Democratico ha spiegato che il nuovo disegno di legge "ripropone il testo base adottato dalla Commissione giustizia nello scorso marzo e recepisce alcune modifiche suggerite dalle audizioni dei costituzionalisti e dal lavoro di elaborazione degli ultimi mesi" e ha sottolineato: "non ci sono passi indietro sul riconoscimento dei diritti sociali".

Sostegno arriva da Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico ed esponente della comunità LGBT: "Il nuovo testo sulle unioni civili è in linea con la sentenza della Corte Costituzionale n. 138 del 2010 e mantiene l'impianto originario voluto da Matteo Renzi: riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, reversibilità della pensione e stepchild adoption. Udc eNcd parlano a sproposito di utero in affitto, usando una terminologia inadeguata per tentare di affossare l'introduzione della stepchild adoption".

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