Monica Cirinnà |
L'Area popolare non è evidentemente soddisfatta come fa notareMaurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato: "Il nuovo ddl Cirinnà riproduce sostanzialmente l'originaria impostazione del riconoscimento della genitorialità omosessuale e dell'omologazione tra unioni civili e matrimoni, anche se riduce l'esatta sovrapposizione tra i due istituti". E Sacconi aggiunge: "Rimane il macigno divisivo della genitorialità e della legittimazione dell'utero in affitto che noi chiediamo anzi di perseguire come reato universale".
Poco convinta anche Paola Binetti, deputato di Area Popolare: "Espunti i riferimenti al matrimonio, ridimensionata l'adozione, definiti meglio i contorni economici dell'intera riforma che riguarda il nuovo modello di unione civile, se ne potrà dibattere in Aula prima al Senato e poi alla Camera con maggiore capacità di dialogo e di ascolto reciproco".
Monica Cirinnà, la senatrice del Partito Democratico ha spiegato che il nuovo disegno di legge "ripropone il testo base adottato dalla Commissione giustizia nello scorso marzo e recepisce alcune modifiche suggerite dalle audizioni dei costituzionalisti e dal lavoro di elaborazione degli ultimi mesi" e ha sottolineato: "non ci sono passi indietro sul riconoscimento dei diritti sociali".
Sostegno arriva da Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico ed esponente della comunità LGBT: "Il nuovo testo sulle unioni civili è in linea con la sentenza della Corte Costituzionale n. 138 del 2010 e mantiene l'impianto originario voluto da Matteo Renzi: riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, reversibilità della pensione e stepchild adoption. Udc eNcd parlano a sproposito di utero in affitto, usando una terminologia inadeguata per tentare di affossare l'introduzione della stepchild adoption".
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