ROMA 30 ottobre - Il sindaco Ignazio Marino e' indagato dalla Procura di Roma per il reato di peculato in relazione all'utilizzo della carta di credito, assegnatagli dall'amministrazione comunale, per le cene di rappresentanza o istituzionali. La notizia, riportata oggi dal quotidiano 'la Repubblica', e' stata confermata dal difensore di Marino, l'avvocato Enzo Musco. "La notizia è esatta - ha detto il penalista -, Marino ha ricevuto un avviso di garanzia ma so che lo avrebbe voluto dire in giunta, pubblicamente, come si fa in tutte le democrazie". Marino, stando a quanto riferito ieri dallo stesso difensore, è poi sotto inchiesta per truffa in relazione alla onlus 'Imagine', fondata dal chirurgo Dem nel 2005, per presunte irregolarità legate a dei contratti di collaborazione.
Immarcescibile, il sindaco , al momento, non conferma né smentisce la notizia, che è ovviamente vera. "Parlo assolutamente con molta tranquillità, ma lo farò all'Auditorium così siamo tutti insieme e parlo una volta sola", ha risposto ai cronisti. "Non mi sento un martire, sono un lottatore sociale che tiene fede al compito che il popolo gli ha dato", ha aggiunto.
Ieri Marino aveva ritirato le sue dimissioni. Il "colpo di scena" era' arrivato poco prima delle 16:30 con una nota del Campidoglio: Ignazio Marino ci ha ripensato, a tre giorni dalla decadenza d'ufficio. Si era dimesso il 12 ottobre, ieri il dietrofront. Ricordiamo che aveva sostenuto di non averne motivi, perché "non indagato". E adesso, pover'uomo?
All'annuncio ha fatto seguito una serie di dimissioni targate Pd, con 7 assessori che hanno lasciato: oltre al vicesindaco Marco Causi, Stefano Esposito e Luigina Di Liegro, che hanno rassegnato le dimissioni nel pomeriggio, al termine della seduta di giunta altri quattro assessori hanno rimesso il mandato: Alfonso Sabella, Giovanna Marinelli, Maurizio Pucci, Marco Rossi Doria. Nell'esecutivo capitolino restano dunque 5 assessori: Marta Leonori, Francesca Danese, Estella Marino, Alessandra Cattoi e Giovanni Caudo.
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