VIENNA, 30 ottobre - "L'Onu convochi il governo siriano e l'opposizione per avviare un processo politico, che porti a una governance credibile e non settaria, seguito da una nuova costituzione e da elezioni". Lo si legge sul documento finale del vertice di Vienna, dove sono state riunite le potenze internazionali e regionali e i paesi europei. Le elezioni dovranno svolgersi sotto la supervisione dell'Onu e aperte "alla diaspora" e ai rifugiati. Il documento finale non cita mai espressamente il nome del presidente Bashar al Assad. Nel testo di nove punti si sottolinea che restano "fondamentali l'unità, l'indipendenza, l'integrità territoriale e il carattere secolare" della Siria e che "le istituzioni statali devono rimanere intatte".
Il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, ha criticato a Vienna la decisione di Obama di mandare forze speciali in Siria: "la decisione di Obama non ha cambiato la nostra posizione. La Russia si pronuncia perché la lotta al terrorismo sia basata sul diritto internazionale, sia per le operazioni terrestri che per quelle aeree".
"Abbiamo concordato che le elezioni in Siria saranno tenute con la partecipazione attiva e il controllo dell'Onu, e che debbano prendevi parte tutti i cittadini siriani indipendentemente da dove si trovino, inclusi i profughi negli Stati vicini", ha detto Lavrov, che ha aggiunto: "Abbiamo concordato che le elezioni in Siria saranno tenute con la partecipazione attiva e il controllo dell'Onu, e che debbano prendevi parte tutti i cittadini siriani indipendentemente da dove si trovino, inclusi i profughi negli Stati vicini".
"La posizione degli Usa non e' cambiata. Assad non puo' unire la Siria. Le divergenze tra Stati Uniti e la Russia rimangono, ma non possiamo permettere alle differenze di interferire con una soluzione" della crisi in Siria. Cosi' il segretario di Stato Usa, John Kerry, al termine della conferenza internazionale di Vienna, secondo quanto riferiscono i giornalisti Usa al seguito.
Il documento finale della riunione di Vienna "riconosce la differenze tra le parti, ma c'è sufficiente terreno comune per un accordo sui punti fondamentali per andare avanti". Lo ha detto l'Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, al termine dell'incontro a 19 sulla Siria definendolo "molto positivo".
A Vienna - sottolinea il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - "non si sono superate le differenze, ma si è convenuto sul punto che la via non è militare, ma di una transizione politica che per noi porti all'uscita di Assad, un processo che inevitabilmente andrà in quella direzione".
Nessun commento:
Posta un commento