ROMA, 29 ottobre - Il sindaco di Roma, Ignazio Marino ha firmato la lettera con la quale ritira le dimissioni presentate lo scorso 12 ottobre". Così in una nota il Campidoglio. Se non fosse intervenuto questo ripensamento, le sue dimissioni sarebbero state effettive dal 2 novembre.
"Ritengo che ci sia un luogo sacro per la democrazia che è l'aula - ha detto Marino -, un consiglio comunale e io sono pronto a confrontarmi con la mia maggioranza per illustrare quanto fatto: le cose positive, gli errori e la visione per il futuro". "Alla presidente del consiglio Comunale Valeria Baglio esprimerò la mia intenzione di avere una discussione aperta, franca e trasparente nell'aula Giulio Cesare", ha detto ancora Marino anticipando la sua richiesta di convocazione dell'aula.
L'assessore ai trasporti Stefano Esposito e il vicesindaco di Roma Marco Causi hanno rassegnato le loro dimissioni. "Le mie dimissioni sono già partite, e non credo che sarò il solo", dice Esposito. Entrambi erano entrati nella giunta Marino con l'ultimo rimpasto, quello della "fase due".
"Torno al mio lavoro di maestro", ha detto l'assessore alla Scuola di Roma Marco Rossi Doria dopo l'annuncio di Marino di aver ritirato le sue dimissioni. Anche lui dunque annuncia le sue dimissioni.
Nel pomeriggio, al Nazareno, Matteo Orfini ha visto i consiglieri Dem. Dall'incontro è emerso che i consiglieri del Pd si sono detti pronti a dimettersi in massa nel caso in cui Ignazio Marino avesse deciso di tornare indietro sulle sue decisioni e restare alla guida del Campidoglio.
Per staccare la spina al governo del chirurgo dem servono le dimissioni contestuali di 25 consiglieri comunali. Nelle fila del Pd ce ne sono 19. A loro potrebbero aggiungersi l'esponente di Centro Democratico e qualcuno della Lista civica Marino. Per raggiungere quota 25 serviranno i voti dell'opposizione. Un'ipotesi mal digerita in casa dem visto che alcuni consiglieri hanno detto di essere indisponibili a votare con la destra. Più probabile che chiederà una mano ai due consiglieri della Lista Marchini o al Movimento 5 Stelle.
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