LOZZA (Varese) - Prima il sindaco ha mandato una lettera ai proprietari di alcuni cani particolarmente rumorosi, minacciandoli di multarli, ma soprattutto ventilando il sequestro e l'abbattimento dell'animale. Poi, l'Asl ha a sua volta scritto al primo cittadino dicendo che no, i cani non possono essere soppressi. Anche se disturbano la quiete dell'abitato. E' quanto accade a Lozza (Varese), dove la vicenda ha scatenato violente polemiche.
La lettera del sindaco - Sono una decina le famiglie del paese del Varesotto che si sono viste recapitare a casa la lettera di "richiamo" firmata dal sindaco. Facendo riferimento alla normativa vigente il primo cittadino, Fervida Adriana Fabbian, ipotizza le soluzioni estreme per risolvere il problema dei cani che abbaiano troppo. Una eventualità che, stando alla missiva, si potrebbe realizzare anche grazie a una modifica del regolamento della polizia urbana. Ma alla minaccia l'Asl di Varese ha subito replicato dichiarando: la legge non prevede la possibilità di sopprimere i cani che disturbano.
La replica dell'Asl - E così, se il sindaco "invita a porre attenzione ai comportamenti degli animali domestici, attivandosi con ogni mezzo affinché non arrechino disturbo" parlando anche di "sequestro o soppressione dell'animale che persista nel causare disturbo", il direttore della sezione igiene dell'Asl Eraldo Oggioni precisa: "Ci sono normative regionali e nazionali che annullano i regolamenti di polizia urbana. La diffida del sindaco non ha valore ed è inapplicabile". E continua dicendo che la legge prevede l'eutanasia per gli animali solo se gravemente malati o pericolosi. Anzi, se il sindaco mettesse in pratica quanto minacciato rischierebbe l'accusa per un reato "previsto dal codice penale, il 544 bis, che punisce l'uccisione di animali" con pene da tre a 18 mesi. Oggioni consiglia piuttosto soluzioni alternative, come "le sanzioni pecuniarie" e l'intervento di un veterinario.
Le osservazioni di Legambiente - D'altra parte, anche tra i militanti di Legambiente c'era subito stata una levata di scudi contro il sindaco e Alberto Tarroni, presidente della sezione luinese, aveva spiegato che nei casi in cui un cane arrechi disturbo alla quiete pubblica "la legge di riferimento prevede soltanto una contravvenzione. O, al massimo, in casi rarissimi, l'arresto e l'ammenda fino a 309 euro".
La lettera del sindaco - Sono una decina le famiglie del paese del Varesotto che si sono viste recapitare a casa la lettera di "richiamo" firmata dal sindaco. Facendo riferimento alla normativa vigente il primo cittadino, Fervida Adriana Fabbian, ipotizza le soluzioni estreme per risolvere il problema dei cani che abbaiano troppo. Una eventualità che, stando alla missiva, si potrebbe realizzare anche grazie a una modifica del regolamento della polizia urbana. Ma alla minaccia l'Asl di Varese ha subito replicato dichiarando: la legge non prevede la possibilità di sopprimere i cani che disturbano.
La replica dell'Asl - E così, se il sindaco "invita a porre attenzione ai comportamenti degli animali domestici, attivandosi con ogni mezzo affinché non arrechino disturbo" parlando anche di "sequestro o soppressione dell'animale che persista nel causare disturbo", il direttore della sezione igiene dell'Asl Eraldo Oggioni precisa: "Ci sono normative regionali e nazionali che annullano i regolamenti di polizia urbana. La diffida del sindaco non ha valore ed è inapplicabile". E continua dicendo che la legge prevede l'eutanasia per gli animali solo se gravemente malati o pericolosi. Anzi, se il sindaco mettesse in pratica quanto minacciato rischierebbe l'accusa per un reato "previsto dal codice penale, il 544 bis, che punisce l'uccisione di animali" con pene da tre a 18 mesi. Oggioni consiglia piuttosto soluzioni alternative, come "le sanzioni pecuniarie" e l'intervento di un veterinario.
Le osservazioni di Legambiente - D'altra parte, anche tra i militanti di Legambiente c'era subito stata una levata di scudi contro il sindaco e Alberto Tarroni, presidente della sezione luinese, aveva spiegato che nei casi in cui un cane arrechi disturbo alla quiete pubblica "la legge di riferimento prevede soltanto una contravvenzione. O, al massimo, in casi rarissimi, l'arresto e l'ammenda fino a 309 euro".
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