PERTH - Il premier australiano, Tony Abbott, ha annunciato che le ricerche nell'Oceano Indiano dell'aereo delle Malaysia Airlines, sparito l'8 marzo, si concentreranno d'ora in poi solo sul fondale marino, perché dopo sette settimane e' ormai "altamente improbabile" che si trovi qualche oggetto galleggiante del relitto. La nuova fase delle ricerche, che farà a meno dunque di aerei ed elicotteri, si concentrerà su una superficie molto grande del fondale marino, ma -ha ammesso lo stesso premier- e' possibile che non si troverà mai il relitto del Boeing 777 svanito nel nulla ormai 52 giorni fa. "Faremo tutto ciò che e' umanamente possibile, tutto quello che è ragionevolmente possibile, per risolvere questo mistero", ha tuttavia assicurato il premier. La zona probabile dell'impatto, definita attraverso l'analisi di dati satellitari, incrociati con le rilevazioni che si ritiene provenissero dalla scatola nera prima che le batterie si esaurissero, è di circa 700 chilometri per 80. Le ricerche sottomarine continueranno con il mini-sommergibile telecomandato Bluefin-21, che finora ha rastrellato senza successo circa 400 chilometri quadrati di fondale marino, ma saranno chiamate a collaborare anche aziende specializzate in questo tipo di ricerche.
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