giovedì 19 dicembre 2013

Sud Sudan: la città di Bor caduta nelle mani dei ribelli


JUBA (Sud Sudan) - Ribelli sudanesi del sud hanno ripreso una città chiave, negli scontri con i lealisti che continuano dopo il tentativo di golpe segnalato di domenica, mentre tutti gli stranieri vengono evacuati e la gente si rifugia nei compound dell’Onu.
"I nostri soldati hanno perso il controllo di Bor a favore della forza dell’ex vicepresidente Riek Machar," ha detto il portavoce dell'esercito Philip Aguer. Il presidente Kiir ha accusato  Machar di mettere in scena un colpo di stato, ma lui nega. L'agitazione, che ha avuto inizio nella capitale Juba, ha già ucciso 500 persone e ha scatenato i timori di una guerra civile.
Le Nazioni Unite hanno chiesto un dialogo politico per porre fine alla crisi, e il segretario generale Ban Ki-moon ha detto che circa 20.000 persone si sono rifugiate nei compoundi dell'ONU a Juba.
Bor è la capitale dello stato di Jonglei, ed è vista come una delle aree più instabili del Sud Sudan.
Durante la notte ci sono state segnalazioni di scontri a fuoco nella città, con i ribelli che hanno combattuto contro le truppe ancora fedeli al presidente.

"C'era una sparatoria ieri sera ... non abbiamo informazioni sui sinistri e gli sfollati in città, in quanto le operazioni sono in corso", ha detto Aguer ai giornalisti. Ma ha aggiunto che le autorità della città non rispondevano ai loro telefoni e si crede abbiano disertato al fianco dei ribelli.

JUBA - La gente rifugiata in un compound dell'Onu



Riek Machar

L'ex Sud Sudan vicepresidente Riek Machar (image file)
  • Figura centrale nella politica del Sudan e del Sud Sudan per tre decenni
  • Membro del secondo più grande gruppo etnico del Sud Sudan, i Nuer
  • Ha sposato operatrice umanitaria britannica Emma McCune nel 1991: la donna era- morta due anni dopo in un incidente stradale in Kenya durante la gravidanza
  • E' stato comandante del Movimento di liberazione del popolo sudanese (SPLM)  e ha guidato una fazione separatista per alcuni anni nel 1990
  • Dopo l'accordo di pace del 2005 era stato nominato vice-presidente del governo ad interim, mantenendo il posto dopo l'indipendenza nel 2011 fino al suo licenziamento nel luglio 2013

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