venerdì 25 marzo 2016

BRUXELLES, le falle delle indagini: la polizia conosceva l'indirizzo di SALAH


BRUXELLES, 25 marzo - Pur riconoscendo il suo ruolo a livello logistico nella preparazione degli attentati di Parigi, lo scorso 13 novembre, Salah Abdeslam, il terrorista arrestato a Bruxelles la scorsa settimana, ha identificato in Abdelhamid Abaaoud - ucciso il 18 novembre in una sparatoria con la polizia a Saint-Denis - il principale responsabile della strage e rivelato di avere deciso all'ultimo di non farsi saltare in aria. Abdeslam, secondo le informazioni dell'emittente belga 'Bfmtv', ha iniziato a parlare con gli inquirenti e, il 19 marzo, ha rivelato alcuni dettagli sull'organizzazione degli attacchi nella capitale francese. Oltre ad affermare di non conoscere i tre kamikaze del Bataclan, Abdeslam avrebbe anche confermato che «nove persone oltre a lui» hanno partecipato agli attentati a Parigi e allo Stade de France. Il terrorista ha quindi spiegato che suo fratello maggiore sarebbe l'elemento centrale del suo coinvolgimento.
Salah avrebbe infatti «affittato macchine e alberghi» proprio «su richiesta» di Brahim, che quella drammatica notte si è fatto saltare in aria al caffè Comptoir Voltaire. E lo stesso Brahim aveva anche nascosto a Bobigny la «sua cintura esplosiva» in vista dell'operazione. Abdeslam ha inoltre raccontato che «ogni volta che ha dovuto pagare qualcosa per preparare questi attentati i soldi provenivano» da suo fratello. Il terrorista ha comunque sostenuto che il responsabile degli attacchi «è Abdelhamid Abaaoud, lo so tramite mio fratello Brahim. È lui che mi ha spiegato che Abaaoud era il responsabile. Ho visto Abaaoud a Charleroi la notte tra l'11 ed il 12 novembre del 2015. È l'unica volta che l'ho visto in vita mia». In realtà, si legge ancora sul sito di Bfmtv, i due uomini erano stati condannati insieme per rapina nel 2010. Si tratta solo di una delle distorsioni o omissioni dei fatti nel racconto di Abdeslam.
La polizia belga conosceva l'indirizzo dove si trovava Salah Abdeslam a Molenbeek dal 7 dicembre scorso, ma il fascicolo che conteneva l'informazione non è mai stato trasmesso all'anti-terrorismo. Il comitato P, che controlla l'attività della polizia in Belgio, ha aperto un'inchiesta sulla nuova falla. E dalla stampa Usa, invece, si viene a sapere che fratelli El Bakraoui, che si sono fatti saltare in aeroporto, erano nelle liste terrorismo. La mancanza di comunicazione tra intelligence dei vari Paesi viene poi avvalorata da alcune indiscrezioni di stampa amaericana.  La notizia è stata diffusa da Nbc che cita due fonti anonime interne secondo cui Ibrahim e Khalid El Bakraoui erano stati messi in una lista come "potenziali minacce terroristiche". Non è chiaro, però, "in quale delle diverse liste del database i due fratelli fossero inseriti". Il Centro nazionale anti-terrorismo, che coordina l'intelligence sulle minacce degli estremisti, non ha commentato.
Il 7 dicembre un poliziotto di Malines aveva segnalato in un rapporto il civico 79 di rue des Quatre vents, dove è stato arrestato una settimana fa Salah Abdeslam. Ma l'informazione non venne mai segnalata alle unità anti-terrorismo del Belgio.
Il giorno del blitz, poi, avrebbe per sbaglio aiutato Salah nella fuga. "Via, via, non potete stare qui, è in corso un'operazione di polizia!": questo avrebbe gridato un agente belga ai fuggiaschi Salah Abdeslam e Amine Choukri, che scappavano dal retro della casa di Forest investita dal raid delle forze speciali del Belgio lunedì della scorsa settimana. Lo ha raccontato in diretta tv l'inviato della televisione francese TF1. I due, che sono stati arrestati quattro giorni dopo a Molenbeek, avrebbero preso la fuga "incoraggiati" dal poliziotto belga, stando alle fonti citate dall'inviato. 

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