ROMA, 13 ottobre - Il ddl unioni civili in Aula subito dopo l'ok alle riforme, ma senza l'accordo con l'Ncd. E' questo, in sostanza, l'esito del lungo vertice tenutosi ieri sera a Palazzo Chigi tra Angelino Alfano ( che boccia senza appello la parte relativa alle adozioni) e Matteo Renzi su un tema dove i due alleati di governo non hanno trovato un punto di caduta non soltanto sui tempi - che, comunque, per l'ok finale vedono uno slittamento al 2016 - ma anche sul merito: con i punti della stepchild adoption e dell'utero in affitto sui quali la trincea dei centristi non dà alcun segno di cedimento. "Ci sono differenze sul merito e sui tempi", sottolinea il capogruppo Pd Luigi Zanda, presente al vertice con il suo omologo centrista Renato Schifani e con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Dice Alfano: Le unioni civili per noi non sono "un'emergenza nazionale" mentre Ap "farà una battaglia leale e coerente sui nostri principi: sì al riconoscimento di diritti individuali patrimoniali, no all'adozione dei bambini. Renzi, tuttavia, sull'incardinameno del ddl in Aula, non cede anche perché, sottolineano fonti a lui vicine, quella di far approdare il ddl in Assemblea a Palazzo Madama non è una forzatura ma una posizione rispettosa della maggioranza e aperta al confronto in Parlamento. L'iter, insomma, procederà come era nelle intenzioni del premier e segretario Pd. Oggi, dopo l'ok alle riforme la capigruppo voterà - con la sponda del M5S - l'incardinamento dei provvedimento senza mandato al relatore, compreso quel testo Cirinna'-bis sul quale il Pd continua a puntare. Sulla discussione, invece, i tempi si dilatano complice l'inizio della sessione di bilancio e la delicatezza di un tema che va a cadere, tra l'altro, proprio a ridosso dell'inizio del Giubileo. L'ok di Palazzo Madama, quindi, non dovrebbe arrivare prima di gennaio 2016 .
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