ROMA, 18 ottobre - L'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani torna a criticare le scelte del governo in materia fiscale. E in un post su Facebook sostiene che "siamo ancora a sfidare l'intelligenza degli italiani. Dire che, a parità di welfare, abbassare le tasse è buono e giusto è come dire viva la mamma". Quindi, spiega che "le norme sulla casa della legge di Stabilità" snaturano la Costituzione stabilendo che "chi ha di più paga di meno".
L'ex segretario, nel suo post, cita direttamente la Carta costituzionale e chiede: "Che cosa vogliamo fare dell'art.53 della Costituzione, che parla di progressività? Nessuno può obiettare che abbassare le tasse sia giusto. Ma abbassarle prima di tutti a chi, e come, e per che cosa?".
All'ex segretario risponde a stretto giro di posta Ernesto Carbone, membro della segreteria nazionale del Pd, secondo il quale "Ormai con Bersani siamo alle barzellette. Citere l'articolo 53 della Costituzione? La prima casa non si paga, ma chi è più ricco paga, eccome se paga. Abbiamo abolito la tassa sulla prima casa, non sulla seconda o la terza".
Per Carbone, poi, "colpisce che Bersani parli solo di Imu e di contante. Perché non parla di altre misure? Per la prima volta si interviene sulla povertà, sul sociale, sul dopo di noi, sul servizio civile, sugli ammortamenti per chi investe in azienda. E perché Bersani non dice una parola che sia una su Terra dei Fuochi? E ancora: quale timidezza blocca Bersani sulle politiche del governo per l'Ilva? Anche su questo Bersani rimpiange il passato?".
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