lunedì 1 giugno 2015

REGIONALI, bene M5S e Lega, Pd: "sinistra masochista"

ROMA, 1 giugno - Il Pd soffre, più del previsto, ma alla fine ottiene quel 5 a 2 che in nottata il vice segretario Lorenzo Guerini ha definito un "importante risultato". Ma la vittoria di Forza Italia in Liguria brucia e sotto accusa vanno le divisioni e quella che Matteo Renzi in campagna ha più volte definito "sinistra masochista". La Lega, dopo la campagna a tappeto del leader Matteo Salvini, ottiene una buona affermazione, soprattutto al centro e il leader del Carroccio mette una seria opa sulla guida del centrodestra. Ma, si 'consola' Silvio Berlusconi, quell'area ha bisogno di essere unita per vincere, come avvenuto in Liguria con Giovanni Toti. Bene anche il Movimento cinque stelle che in tutta Italia si stanzia sul 20% con punte in alcune zone come Genova, dove la più giovane candidata governatrice, Alice Salvatore, sfiora un sorprendente 25%, staccata solo di tre punti dalla candidata Pd Lella Paita. I pentastellati sono addirittura il primo partito in tre regioni.
Renzi, tra attesa e delusione, pesano divisioni ed errori - Pensavano di festeggiare un risultato tondo, il 6 a 1, ed invece con il passare delle ore i molti ministri e lo stato maggiore del Pd, riuniti nella notte al Nazareno, hanno dovuto rivedere gli obiettivi e sperare nell'attesa. "Tutti i sondaggi erano sbagliati", sussurrano a mezza bocca i dirigenti dem che, pur mantenendo la cautela, devono prendere atto che la partita delle regionali era più complessa delle previsioni. "La sinistra in Liguria è riuscita nell'obiettivo di azzopparci", è l'analisi dei fedelissimi del premier. Renzi, arrivato verso mezzanotte alla sede del partito si distrae giocando alla play station con Matteo Orfini. Ma il nervosismo è evidente già nella reazione via tweet ai primi commenti di Sergio Cofferati. E sui volti dei pochi dirigenti, come Ettore Rosato, mandati in sala stampa. Il premier vede la conferma di quanto denunciato in campagna elettorale: la "sinistra masochista e estremista" e Luca Pastorino il "Bertinotti 2.0" sono riusciti a mettere i bastoni tra le ruote al Pd in una roccaforte rossa. Dove ora M5S rischia di diventare il primo partito mentre in un'altra regione rossa, l'Umbria, impressiona l'avanzata della Lega, secondo partito anche nella regione del presidente del consiglio. Ma "non è un voto sul governo", mettono le mani avanti Matteo Orfini e Ettore Rosato. E il premier, parlando con i fedelissimi, si dice determinato ad andare avanti e tirare dritto "ancora più convinto di prima".
Opa Lega su centrodestra ma Cav, vinciamo solo uniti - La Lega Nord allunga le mani sul centrodestra. Ma Silvio Berlusconi di una cosa continua ad essere convinto: "Solo uniti vinciamo". Ed è infatti proprio questo il leit motiv che i big azzurri ripetono per tutta la notte, prendendo come esempio la Liguria di Giovanni Toti. Intanto, però, a cantare vittoria è Matteo Salvini (siamo lo spauracchio di molte mummie, commenta). La Lega non solo supera di gran lunga gli azzurri ma si attesta in molte regioni come secondo partito. Un risultato che fa suonare le sirene di allarme ad Arcore dove l'ex premier però continua a ribadire quanto detto anche nei giorni scorsi: La Lega cresce, ma i moderati non sono su posizioni così estremiste per cui il nostro obiettivo è recuperare il consenso di chi non è andato a votare. Già perchè ad allarmare il Cavaliere non è solo l'avanzata della Lega ma anche l'astensionismo: "Berlusconi è preoccupato dall'affluenza ma sa anche che se fosse andato a votare il 10-20% in più, quei voti sarebbero andati a noi", dice Renato Brunetta. Ma, se è pur vero che la debacle è stata evitata, il responso che consegnano le urne evidenziano un partito ridimensionato che, ad esempio in Veneto, supera di poco il 5%. Dati che non fanno certo piacere all'ex capo di governo: Paghiamo le nostre divisioni - è il ragionamento - mesi di litigate inutili.
Bene M5s che esulta, risultato esaltante - Nonostante una campagna elettorale low profile il Movimento Cinque stelle si conferma forza ormai radicata nel Paese con un tondo 20% quasi sappertutto e con punte che fanno parlare a buon conto ai big del partito di "risultato esaltante". Sorpresa delle elezioni la giovanissima Alice Salvatore, che, candidata a Genova, 'feudo' di Beppe Grillo sfiora il 25%. Bene anche un'altra donna del movimento, Valeria Ciarambino che con un 20% porta una pattuglia di grillini a sedere per la prima volta nel consiglio comunale campano. "Siamo - commenta Luigi Di Maio - un movimento in ascesa. Quello di oggi è un risultato esaltante". "Siamo la prima forza politica in tre Regioni – afferma Di Maio – e le nostre campagne elettorali sono state fatte con 15mila euro a fronte, ad esempio, dei milioni di euro spesi in Campania da De Luca e – aggiunge – questi risultati sono realizzati con candidati sconosciuti che non sono portatori di voti".

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