ROMA, 3 giugno - "Il direttivo nazionale del partito dei Popolari per l'Italia ha deliberato in data odierna l'uscita dalla maggioranza che sostiene l'attuale governo". Lo annuncia in una nota, il senatore del gruppo Gal, Mario Mauro, presidente dei Popolari per l'Italia. I senatori di PI sono 3.
"Riforme non condivise, condotte in modo improvvisato ed approssimativo, con una improvvida esaltazione del carattere monocolore dell'Esecutivo - scrive Mauro nella nota - sono alla base di una decisione che è innanzitutto un giudizio definitivo su una gestione politica che sta tenendo in stallo l'Italia, la sua economia e il suo bisogno di crescita". "Le nostre idee - aggiunge il senatore - contribuiranno ora alla costruzione e all'organizzazione di una maggioranza politica nel Paese centrata sui valori popolari e liberali".
Un pezzo piccolo, quello di Popolari per l’Italia, ma che al Senato potrebbe avere conseguenze: al momento sarebbero infatti solo 9 i voti su cui l’esecutivo potrebbe contare in caso di voto di fiducia. Un numero che potrebbe subire ulteriori variazioni nei prossimi giorni, con la nascita di nuove aggregazioni politiche e ulteriori movimenti di senatori da un gruppo all’altro. Ma Giorgio Tonini, vicecapogruppo del Pd, minimizza parlando di una «non notizia»: «Capiamo che sul Senato si concentrino le attenzioni dei commentatori, visti i rapporti numerici tra maggioranza e opposizione, ma vorrei ricordare a tutti che da settimane i senatori Mauro e Di Maggio votano con l’opposizione e non sostengono più la maggioranza».
Ma la decisione, comunicata dal senatore del gruppo Gal Mario Mauro e condivisa dal senatore Tito di Maggio, è stata contestata da Domenico Rossi e Angela D'Onghia. I due, rispettivamente sottosegretario alla Difesa e sottosegretario all'Istruzione, hanno preferito dimettersi dal partito e rimanere al governo.
Un pezzo piccolo, quello di Popolari per l’Italia, ma che al Senato potrebbe avere conseguenze: al momento sarebbero infatti solo 9 i voti su cui l’esecutivo potrebbe contare in caso di voto di fiducia. Un numero che potrebbe subire ulteriori variazioni nei prossimi giorni, con la nascita di nuove aggregazioni politiche e ulteriori movimenti di senatori da un gruppo all’altro. Ma Giorgio Tonini, vicecapogruppo del Pd, minimizza parlando di una «non notizia»: «Capiamo che sul Senato si concentrino le attenzioni dei commentatori, visti i rapporti numerici tra maggioranza e opposizione, ma vorrei ricordare a tutti che da settimane i senatori Mauro e Di Maggio votano con l’opposizione e non sostengono più la maggioranza».
Ma la decisione, comunicata dal senatore del gruppo Gal Mario Mauro e condivisa dal senatore Tito di Maggio, è stata contestata da Domenico Rossi e Angela D'Onghia. I due, rispettivamente sottosegretario alla Difesa e sottosegretario all'Istruzione, hanno preferito dimettersi dal partito e rimanere al governo.
Senato: Grasso comunica nascita gruppo fittiani
Il presidente del Senato Pietro Grasso comunica in Aula la costituzione del gruppo "Conservatori - Riformisti Italiani" al quale aderiscono Bonfrisco che diventa capogruppo, Bruni, D'ambrosio Lettieri, Di Maggio, Falanga, Liuzzi, Longo,Milo, Pagnoncelli, Perrone, Tarquinio, Zizza. "Nel corso di una riunione svolta oggi alla presenza di Raffaele Fitto - si legge poi in una nota del nuovo organismo parlamentare - è stato ufficialmente costituito il gruppo senatoriale dei Conservatori e Riformisti. Nella riunione - si legge ancora nella nota - è stata eletta capogruppo, a scrutinio segreto, la senatrice Cinzia Bonfrisco. I 12 senatori hanno già partecipato una settimana fa alla conferenza con Raffaele Fitto e i vertici del gruppo Conservatore e Riformista europeo: gli esponenti inglesi Syed Kamall e Geoffrey Van Orden".
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