sabato 25 gennaio 2014

Turismo: sopresa, il 2013 è stato positivo


ROMA - Un resoconto sulle principali dinamiche turistiche italiane nell’arco del 2013. Così si apre il primo numero 2014 della rivista Impresa Turismo, un anno in cui si aspetta il vero recupero per le imprese ed i consumi degli italiani.

L’andamento registrato nel secondo semestre dell’anno ha già portato le imprese a tirare un sospiro di sollievo dopo un inizio di anno caratterizzato dalla timidezza dei risultati di vendita camere e dalla disomogeneità di vendite tra i comparti, a vantaggio di quello alberghiero. Il bilancio dell’anno, così, si chiude con un saldo positivo per le imprese turistiche, rispetto al 2012.

L’Italia, quindi, conferma il suo posizionamento sui mercati internazionali e sul fronte domestico come meta di vacanza ambita, forte del binomio cultura-enogastronomia che fa del Bel Paese un luogo unico e ricercato. Un bilancio positivo che si manifesta anche in termini di spesa turistica generata dai flussi turistici internazionali. Certamente non può nascondersi la contrazione dei consumi a causa della crisi, che ha condotto fisiologicamente ad alcune conseguenze di ordine pratico, ma il turista non rinuncia alla vacanza: contrae la permanenza media sul territorio e guarda al prezzo, senza, però, dimenticare la valenza e la qualità dell’offerta turistica. Le tendenze in atto, infatti, parlano di turisti sempre più attenti all’equilibrio del rapporto qualità-prezzo e alla personalizzazione dell’offerta e dei servizi per rispondere alle proprie esigenze.

Le performance di vendita delle imprese ricettive
Il secondo semestre rappresenta per il turismo italiano un momento di ripresa. Se nel primo semestre del 2013, infatti, le strutture ricettive italiane registrano un’occupazione camere del 34% (-1% rispetto al 2012), è nel secondo semestre che si occupano quasi la metà delle camere disponibili (49,6%), registrando una crescita del +4,3%. Ciò permette al comparto ricettivo di chiudere l’anno con saldo positivo: 45% di camere vendute, +4,4% rispetto al 2012. Nel dettaglio mensile, si registrano tassi di occupazione che oscillano tra il 30% di gennaio e febbraio ed il 41% delle disponibilità di giugno, per salire verso il 64,4% di luglio ed il 74% di agosto, sentore della forte stagionalità dell’offerta turistica italiana. Occupazione camere che chiude l’anno con il 47% di settembre fino al 25,7% di dicembre (dato provvisorio), in sostanziale tenuta rispetto allo stesso periodo del 2012.

Nel secondo semestre si verifica anche un riallineamento delle performance di vendita dei due comparti ricettivi. Nella prima parte dell’anno, infatti, emerge una tenuta dell’alberghiero (41% di camere vendute nel semestre, +3% rispetto al 2012) a cui però si abbina un calo nel comparto extralberghiero (26% di camere occupate, -5%). Il trend positivo del secondo semestre, invece, valorizza entrambi i comparti: si registra in media quasi il 53% di camere occupate nell’alberghiero (+4%) ed il 46% nell’extralberghiero che recupera con quasi il +5%. In media, quindi, il 2013 si chiude positivamente: per gli alberghi (47,5% di camere vendute) la crescita è del +3,5% rispetto al 2012, per le strutture complementare (poco meno del 37%) si registra stabilità. A livello territoriale, l’anno si chiude con le città d’arte e le destinazioni lacuali in prima linea con, rispettivamente, il 50,4% di camere vendute (+4,3% rispetto al 2012) e il 45,2% (-2,1%). Si distinguono anche le performance delle imprese sulla costa (41,7%) con un trend positivo di circa 2% rispetto al 2012.

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – Unioncamere Isnart

I comportamenti turistici
Bellezze del paesaggio e desiderio di relax sono le principali motivazioni di scelta delle località turistiche italiane, decisive per un turista su quattro. E’ quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio Nazionale del Turismo di Unioncamere, diretta ai turisti italiani e stranieri che soggiornano sul territorio italiano, considerando sia coloro che pernottano in strutture ricettive che i vacanzieri delle abitazioni private.

Vacanze attive, quelle in Italia, soprattutto per coloro che scelgono le località di montagna (la presenza di infrastrutture e facilities per praticare lo sport preferito è motivazione di visita per il 39% di questi turisti), ma anche vacanze all’insegna del divertimento, soprattutto per chi soggiorna al mare (21%) o in città d’arte (15%).

Nonostante quelle appena citate siano le motivazioni più diffuse, l’Italia si conferma sinonimo di cultura, enogastronomia, shopping e made in Italy: tra le principali attività svolte sul luogo di vacanza, oltre allo sport e alle escursioni vi sono lo shopping (27% dei turisti in generale, 37% di coloro che soggiornano in città), la partecipazione a degustazioni di prodotti tipici locali (22% dei turisti in Italia ed in particolare il 27% di quelli legati al turismo verde), le visite di monumenti e siti archeologici (15% dei turisti, 31% in città), musei e mostre temporanee (14% in generale, 29% in città) e la partecipazione ad eventi, concerti in testa (13% dei turisti, 17% di coloro che soggiornano al mare).
Pesano, naturalmente, anche le motivazioni di ordine pratico, quali la possibilità di usufruire della seconda casa (motivazione di visita per il 13% dei turisti in montagna e per il 11% di quelli al mare), l’ospitalità offerta da amici e parenti (11% dei turisti in montagna, 8% di quelli in città) e la convenienza economica che, se nel 2011 era decisiva per il 7%, nel 2012 muove il 12% dei turisti che soggiornano nel Bel Paese. Ad influenzare le scelte prima della partenza sono il passaparola (37%) e precedenti esperienze personali (30%). Internet influenza quasi 1 turista su 4, facendo presa soprattutto su coloro che soggiornano in città (influenza il 27% di questi turisti) e in località del turismo verde (27%).
Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – Unioncamere Isnart

I consumi dei turisti
L’impatto economico generato dalle spese sostenute complessivamente dai turisti italiani e stranieri (considerando sia coloro che pernottano nelle strutture ricettive che i turisti che alloggiano nelle abitazioni private) nel corso della vacanza in Italia è stimato per il 2012 in 72,2 miliardi di euro. Di questi, quasi il 47% è imputabile al core business del settore, ovvero alle spese sostenute per alloggio e ristorazione (complessivamente 33,6 miliardi), il 18% al settore manifatturiero (12,9 miliardi in spese di abbigliamento, calzature, ecc), il 18% alle attività ricreative, culturali e di intrattenimento (quasi 12,7 miliardi) ed il 14% al settore agroalimentare (10,1 miliardi).

Tra i settori economici coinvolti il trend dei consumi di medio periodo (dal 2008) è differenziato: un andamento altalenante per i consumi stimati in strutture ricettive e attività ricreative, una graduale diminuzione nelle spese di abbigliamento e altri prodotti manifatturieri, una crescita delle spese nel settore agroalimentare (prodotti tipici locali inclusi). Un bilancio positivo, quello per i prodotti enogastronomici, legato ad un maggiore ricorso ai soggiorni in abitazioni private (+9% le presenze nel 2012 rispetto al 2008) ma anche all’interesse sempre più vivo da parte dei turisti verso i prodotti enogastronomici locali, degustati sul luogo di vacanza o portati a casa come souvenir.  Nel dettaglio, il turista che visita l’Italia spende nel 2012 circa 123 euro in media pro-capite per il viaggio A/R (89 euro gli italiani, 164 euro gli stranieri), 44 euro al giorno per l’alloggio e 67 euro al giorno per le altre spese sul territorio (ristorazione, musei e monumenti, attività ricreative, stabilimenti balneari, shopping, ecc.).
Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – Unioncamere Isnart

Il mercato internazionale

Tra gennaio e settembre del 2013 il numero complessivo dei viaggiatori stranieri in l’Italia supera i 61 milioni, sostanzialmente in linea con il 2012 (-0,3%). A trainare i flussi turistici internazionali e a determinarne l’andamento verso l’Italia è il continente europeo che con oltre 54 milioni di viaggiatori rappresenta il principale mercato per il Bel Paese. Nonostante cifre molte più contenute, sono due i paesi che si distinguono per la forte crescita registrata: l’Oceania (+21,5%; 756 mila viaggiatori) e l’America (+15,1%; 4 milioni). In termini di permanenza sul territorio, però, si evidenzia un lieve calo dei pernottamenti che si attestano tra gennaio e settembre quasi su 264 milioni, -3,1% rispetto al 2012 (circa 10 mila in meno). Anche in questo caso è l’andamento dell’Europa continentale a giocare un ruolo importante: con 199 milioni di pernottamenti il calo e del -6,3% (circa 13 milioni in meno).

Viaggiare per motivi di svago, resta il principale impulso per i viaggiatori tanto da mostrare una più evidente stabilità del settore leisure rispetto alla media, con il +1,1% di viaggiatori ed il +0,3% di pernottamenti rispetto al 2012.

La stagione estiva si conferma il periodo di picco per il turismo internazionale in Italia con oltre 26 milioni di viaggiatori (+1% rispetto al 2012), distribuiti soprattutto tra luglio ed agosto (rispettivamente 9,4 milioni e 8,8 milioni). Ciò nonostante, è settembre ad attirare sempre più turisti: +7% di viaggiatori (7,9 milioni) e +6,2% di pernottamenti (oltre 36 milioni).

I flussi di viaggiatori stranieri in Italia generano una spesa pari a 26,9 miliardi di euro, in crescita del +3,3% che in valori assoluti corrisponde a circa 850 milioni di euro in più sul territorio nazionale. A dare il maggiore contributo sono i viaggiatori europei (19 miliardi di euro; -0,6%), ma si segnala la crescita derivante dal mercato Americano (+18,1%) e dell’Oceania (+14,2%).

Fonte: dati Banca d’Italia

Il turismo organizzato internazionale, previsioni 2014

Nel 2013 nonostante la difficile congiuntura economica, dal sistema dei viaggi organizzati internazionali emergono segnali di tenuta. Per la destinazione Italia 4 operatori su 10 dichiarano una stabilità nella domanda della propria clientela, sono in prevalenza mercati consolidati europei quali la Germania, la Polonia, la Norvegia e la Danimarca.

Le previsioni per il 2014 sono orientate alla stabilità: a prevederla è il 73% dei Tour Operator che propongono viaggi e vacanze nel nostro Paese.

Un quadro previsionale condiviso sia dagli operatori europei (dove il 78% dei buyer prevede una tenuta della domanda nel 2014) che da quelli dei mercati long haul (stabile la domanda per il 71% dei T.O. del Nord e Sud America e per il 63% di quelli che operano in Asia e nell’aria del Pacifico).

Una possibile crescita della domanda turistica organizzata in arrivo in Italia è prevista, invece, da 1 operatore su 4. Tra questi emergono Paesi del Nord Europa, quali l’Austria, la Danimarca, la Svezia e la Norvegia, e gli emergenti Cina e Corea.

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – Unioncamere Isnart
Le tendenze del turismo internazionale

La domanda di viaggi e vacanze, in Italia come nelle altre destinazioni del turismo internazionale, è sempre più esigente. Quando ci si affida ad un Tour Operator l’aspettativa è alta e il turista medio richiede innanzitutto attenzione alla qualità (secondo quanto segnala il 60% dei grandi buyer internazionali), un’offerta sempre più centrata sul rapporto qualità/prezzo (per il 34% dei T.O) e la disponibilità a modificare il pacchetto di viaggio sulla base delle proprie necessità personali (26% dei T.O.).

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – Unioncamere Isnart

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