FERMO, 7 luglio - "Il Governo oggi a Fermo con don Vinicio e le Istituzioni locali in memoria di Emmanuel. Contro l'odio, il razzismo e la violenza". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo l'omicidio di un richiedente asilo in quello che sembra essere stata una violenza a scopo razziale. A Fermo è annunciata questa mattina la presenza del ministro dell'Interno a presiedere il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Il migrante nigeriano 36enne, Emmanuel Chidi Namdi, giunto in Italia a settembre con la moglie 24enne dopo essere sfuggito a Boko Haram, è morto all'ospedale Murri dopo essere stato aggredito a Fermo da un 35enne ultrà. Namdi è stato colpito dopo aver reagito agli insulti rivolti alla donna dall'ultrà, che l'ha chiamata "scimmia africana".
L'odissea di Namdi e della moglie - Il nigeriano e la compagna erano arrivati al seminario vescovile di Fermo, che accoglie profughi e migranti, a settembre. I due se ne erano andati dalla Nigeria dopo l'assalto di Boko Haram a una delle chiese cristiane del posto: nell'esplosione erano morti i genitori della coppia e una figlioletta. Passando dalla Libia, erano sbarcati a Palermo. Un viaggio difficile ancora una volta costellato di lutti: in Libia erano stati aggrediti e picchiati da malviventi del posto e lei aveva subito un aborto durante la traversata. Ora l'epilogo tragico, con il pestaggio che ha ridotto il migrante in fin di vita, e la morte in ospedale poche ore dopo il ricovero. La dinamica dell'aggressione di ieri non è ancora chiara: secondo una prima ricostruzione peraltro contestata dalla moglie del migrante, il 36enne avrebbe reagito impadronendosi di un paletto staccabile della segnaletica stradale con cui avrebbe colpito il tifoso, un 35enne italiano già noto alle forze di polizia e sottoposto a Daspo, facendolo cadere a terra. Rialzatosi, quest'ultimo lo avrebbe raggiunto con un pugno al viso, facendolo stramazzare: nella caduta Emmanuel ha battuto la testa e sarebbe poi stato colpito ancora.
Il parroco: "Sono gli stessi degli ordigni davanti alle chiese" - Per monsignor Albanesi "è stata una provocazione gratuita e a freddo", e dice di ritenere che "si tratti dello stesso giro delle bombe davanti alle chiese", riferendosi ai quattro ordigni piazzati nei mesi scorsi di fronte a edifici di culto di Fermo. Quattro anche i parroci presi di mira, tutti impegnati nel sociale e nell'assistenza a emarginati, tossicodipendenti e migranti. Per don Albanesi, convinto che i bombaroli siano "almeno due", obiettivo degli attentati è intimidire parroci e sacerdoti impegnati nel sociale, a fianco di emarginati, tossicodipendenti, migranti. Intanto Matteo Renzi ha telefonato al sacerdote per avere informazioni.
Le parole di condanna del sindaco - Il sindaco Paolo Calcinaro, da parte sua, dice di essere precipitato "in un incubo con quanto accaduto e per il dolore di una vita che si va spezzando". E condanna non solo il fatto ma "lo strisciante razzismo che non può e non deve trovare spazio nel modo più assoluto nella nostra città".
La Camera lo ricorda - Alcuni deputati hanno ricordato Emmanuel Chidi Nambdi. "Mai avrei immaginato che nelle mia terra potesse accadere una cosa del genere", ha detto Paolo Petrini (Pd). "In Italia oggi di razzismo si muore", ha affermato Lara Ricciatti (Si). Anche il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, che presiedeva l'Aula, ha espresso "sgomento" per l'accaduto. Mentre la presidente Boldrini su Twitter ha affermato: "Suscita sgomento e indignazione la notizia del richiedente asilo nigeriano pestato a morte a Fermo. Un uomo che era venuto via dal suo Paese per scampare alla ferocia dei terroristi di Boko Haram ha perso la vita qui da noi, in Italia, sotto i colpi dell'odio razzista e xenofobo".
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