DALLAS, 9 luglio - Incensurato. Reduce della guerra in Afghanistan, durante la quale una soldatessa lo ha accusato di molestie sessuali. Micah Johnson, il killer di Dallas, ha agito da solo: ha orchestrato l'attacco alla polizia spinto dall'odio verso i bianchi, soprattutto gli agenti.
Nel periodo trascorso in Afghanistan come falegname nella 420ma brigata del Genio e' stato accusato - secondo Bradford Glendening, il legale che gli era stato assegnato - di molestie sessuali. La soldatessa che aveva puntato il dito contro di lui aveva messo in evidenza che Johnson aveva bisogno un ''aiuto psicologico''. E chiesto un ordine restrittivo nei suoi confronti. L'esercito aveva quindi avviato le pratiche per allontanarlo: ''non piaceva ai suoi superiori, era chiaro da come ne parlava il suo comandante'' ricorda Glendening.
Rientrato negli Stati Uniti, Johnson era tornato a vivere con la madre a Mesquite, vicino Dallas, dove i vicini lo ricordano come una persona tranquilla, non pericolosa.
E proprio in casa aveva un arsenale: la polizia ha trovato materiale per costruire bombe, fucili, munizioni e giubbotti anti proiettili. Sulla sua pagina Facebook, fatta sparire poco dopo il suo riconoscimento, aveva segnato come 'Mi Piace' due gruppi: le Black Panther e l'African American Defense League. In risalto anche una sua foto con Richard Griffin del gruppo rap Public Enemy. Griffin e' salito alle cronache nel 1980 per i suoi commenti antisemiti.
Era un ''simpaticone'', ''non era certo un individuo violento'' lo descrive l'amico e vicino di casa Israel Cooper. ''Istruito'' e ''apolitico'' secondo un amico, ma anche ''molto consapevole dell'essere una persone di colore'' secondo un altro. ''Rideva e cantava durante l'assedio delle forze dell'ordine'' ha detto una fonte di polizia a Nbc. Non sembrava nervoso e anzi, aveva confessato di essersi allenato in palestra in vista dell'agguato il cui obiettivo, per quanto riferito in quell'ultimo braccio di ferro, era di ''uccidere bianchi, perchè li odiava. E soprattutto poliziotti bianchi''.
Con fucile d'assalto AR-15, lo stesso usato al Pulse di Orlando, ha ucciso i cinque agenti di polizia a Dallas al termine di quella che doveva essere una manifestazione di protesta pacifica per l'uccisione nei giorni scorsi di due afroamericani, Alton Sterling in Luisiana e Philando Castile in Minnesota. Un gesto folle dettato - secondo le ricostruzioni - dall'odio per i bianchi, soprattutto i poliziotti.
Dopo aver seguito gli eventi dall'Europa, dove si trova per il vertice della Nato, Barack Obama decide di anticipare il rientro negli Stati Uniti di un giorno: sbarchera' a Washington domani in serata, e all'inizio della prossima settimana sarà a Dallas. Una Dallas ferita, che piange le sue vittime e che e' stata - così come la descrivono alcuni testimoni - palcoscenico di una ''piccola guerra'' che si e' trasformata nella giornata più nera per la polizia americana dall'11 settembre 2001. Johnson è stato ucciso da un robot killer della polizia, al termine di un confronto durato ore, nei pressi di Dealey Palza, dove e' stato assassinato John Fitzgerald Kennedy. Secondo le iniziali ricostruzioni a sparare sulle forze dell'ordine sarebbero stati diversi cecchini, almeno due. Ci sono volute ore e molti fermi prima di arrivare ad accertare che il killer era uno solo, Johnson. E che con la sua uccisione ''la città e' ora al sicuro'' afferma il sindaco Mike Rawlings. L'ipotesi dei vari cecchini era legata al fatto che nella manifestazione pacifica c'erano ''20 manifestanti armati (fatto consentito in Texas) che, sentiti i primi spari, hanno iniziato a correre'' traendo in errore la polizia, spiega Rawlings. Mentre manifestazioni contro la violenza delle forze dell'ordine nei confronti delle minoranze si tengono in tutti gli Stati Uniti, le tensioni razziali irrompono in campagna elettorale. E rappresentano un test per Hillary Clinton e Donald Trump.
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