ROMA, 5 novembre - Commessi e cassieri, magazzinieri e capireparto della grande distribuzione si preparano allo sciopero. Sabato 7 incroceranno le braccia in tutta Italia per chiedere il rinnovo del contratto, scaduto dal 2013, e difendere diritti e salario di fronte a turni di lavoro sempre più pesanti, con aperture tutti i giorni, anche domeniche, festivi e notturni. Da Ikea a Decathlon, dalla Coop alla Rinascente, fino a Upim, Oviesse, Carrefour, Coin, sono migliaia i supermercati e i negozi di ogni dimensione chiamati alla mobilitazione da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Nel mirino ci sono le aziende aderenti a Federdistribuzione, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa, a cui si chiede di sbloccare le trattative per i rinnovi.
Sindacati e lavoratori, si legge in una nota della Filcams, "sono pronti a dare il via ad una lunga battaglia" che impazza già anche sui social network con l'hashtag #Fuoritutti. Dopo il 7 novembre, in assenza di segnali positivi per sbloccare le trattative, è in programma un'altra giornata di sciopero unitario per il 19 dicembre. Dal fronte delle imprese, una prima risposta arriva da Confesercenti. L'associazione afferma che il negoziato per lei "è ancora aperto" e la proclamazione dello sciopero "non ha tenuto in debita considerazione" la sua disponibilità a proseguire il confronto.
"Lo sciopero proclamato è una scelta importante e ineludibile dopo 22 mesi in cui gli incontri e le trattative non hanno prodotto le condizioni minime per arrivare a definire i rinnovi contrattuali" ha affermato la segretaria generale della Filcams Cgil, Maria Grazia Gabrielli. "La stagione dei rinnovi dei contratti sta vivendo profondi attacchi - ha aggiunto - e dilazionare molto i tempi forse porta con sè l'idea che dei contratti nazionali stessi si possa anche fare a meno. Noi, restiamo convinti della centralità del contratto nazionale che va difeso e rafforzato".
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